2010-01-10 15:47:49

Al via a Rosarno la demolizione delle baracche degli immigrati che hanno lasciato in massa la cittadina calabrese


Sembra essere tornata la normalità a Rosarno dopo gli scontri dei giorni scorsi al centro delle indagini delle autorità locali. Più di mille immigrati hanno lasciato la cittadina calabrese, dove in mattinata è iniziata anche la demolizione dei luoghi utilizzati come ricovero dagli stranieri. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Smantellare i rifugi degli immigrati: questo l’obiettivo della prefettura di Reggio Calabria che ha ordinato le demolizioni partite stamattina. Le ruspe dei vigili del fuoco sono entrate così in azione a cominciare dall’area "Rognetta", l’ex deposito alimentare alla periferia di Rosarno, per abbattere decine di baracche in cartone, plastica e lamiera abitate da centinaia di persone. All’interno delle strutture biciclette utilizzate per raggiungere i campi di agrumi, vestiti, pentole, letti, ma anche le valigie che gli immigrati non hanno fatto in tempo a recuperare. Tutti, infatti, sono stati portati nelle strutture di ricovero, prima tappa del percorso di sfollamento della cittadina. Circa mille e 300 i trasferimenti che si sono completati stanotte, sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine: treni e autobus diretti soprattutto verso i centri di prima accoglienza di Crotone e di Bari, dove peraltro sono in corso le procedure di identificazione. Numerosi gli immigrati che hanno abbandonato volontariamente la zona di Rosarno. Difficile stabilire invece quanti abbiano deciso di restare perché impegnati nella raccolta di agrumi. Proprio per questo, resta alta la vigilanza sul territorio. Gli irregolari verranno immediatamente espulsi, ha detto il ministro dell’Interno Maroni, che ha garantito il massimo impegno dello Stato per supplire alle carenze delle istituzioni locali in questi anni. A Rosarno, ha precisato, nessuno ha voluto vedere queste situazioni che sono diventate un problema di ordine pubblico. La magistratura indaga per stabilire se dietro le violenze dei giorni scorsi ci sia stata la mano della ‘ndrangheta, mentre la Chiesa locale ha chiesto di riflettere sull’accaduto che ha provocato una cinquantina di feriti e dieci fermi.
 
Afghanistan
Un giornalista britannico dell Sunday Mirror è rimasto ucciso in Afghanistan per l'esplosione di un ordigno che ha provocato il ferimento del fotografo che era assieme a lui a seguito delle truppe americane. Nell'attacco, avvenuto a nord ovest di Nawa, sono morti anche un soldato Usa e uno afghano. A diffondere la notizia il ministero della Difesa di Londra.

Yemen - dialogo
Le autorità dello Yemen sono pronte al dialogo con al Qaeda se i membri della rete di Osama Bin Laden nel Paese arabo deporranno le armi e rinunceranno al terrorismo. Ad affermarlo è stato il presidente yemenita Ali Abdallah Saleh, che, in un’intervista alla televisione di Abu Dhabi, ha parlato di un appello al dialogo condiviso da tutte le forze dell’opposizione. Per il leader di Sanaa, al Qaeda rappresenta una minaccia per la sicurezza e la pace del mondo, ma – ha precisato - i suoi membri “non hanno alcun legame con l’Islam”.

Iran
In Iran, tre persone arrestate durante le manifestazioni dell’opposizione della scorsa estate, all’indomani dell’elezione del presidente Ahmadinejad, sono morte nelle carceri di Kahrizak, a sud di Teheran, per le violenze subite. A denunciarlo una commissione di inchiesta del parlamento iraniano in un rapporto pubblicato oggi, in cui si muovono pesanti accuse nei confronti dell’allora procuratore della capitale. Alcuni siti Internet dell’opposizione hanno reso noto l’arresto di una trentina di donne dell’organizzazione 'madri in lutto', i cui figli sono stati uccisi o sono scomparsi nella repressione delle proteste nel Paese. Il tutto sarebbe accaduto ieri durante un raduno nel centro di Teheran.

Medio Oriente
Si complica la prossima missione in Medio Oriente dell’inviato Usa, George Mitchell. L’Autorità nazionale palestinese ha infatti rifiutato la proposta americana di una ripresa incondizionata dei negoziati di pace con gli israeliani senza un congelamento totale degli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Il premier israeliano Netanyahu ha invece annunciato che l’esercito risponderà al fuoco in caso di nuovi lanci di razzi dalla Striscia di Gaza. Intanto nel nord della Cisgiordania, nei pressi di Nablus, i soldati ebraici hanno demolito una ventina di case abitate da palestinesi, senza fornire spiegazioni.

Presidenziali Croazia
Urne aperte oggi in Croazia per il secondo turno delle presidenziali. I circa 4 milioni e mezzo di aventi diritto dovranno eleggere il terzo presidente della Repubblica dall’indipendenza raggiunta nel 1991. A contendersi la massima carica il socialdemocratico Ivo Josipovic, favorito rispetto al suo ex collega di partito, il sindaco di Zagabria Milan Bandic, candidato del centrodestra. Il nuovo capo dello Stato dovrà guidare la Croazia verso la piena adesione all'Unione europea, prevista nel 2012. I seggi resteranno aperti fino allee 19.00 quando saranno diffusi i primi exit poll, mentre il risultato ufficiale è atteso in tarda serata.

Maltempo Europa-Cina
Ancora disagi per i trasporti nel nord Europa a causa dell’ondata di neve e gelo delle ultime ore. Più di 200 i voli cancellati all’aeroporto di Francoforte, in Germania. Stesso scenario anche in Francia dove, la notte scorsa, allo scalo aereo di Lione, 800 passeggeri sono rimasti a terra, costringendo l’intervento della Croce Rossa per sistemare letti e distribuire bevande calde. A rilento il servizio dei treni Eurostar in partenza dalla Gran Bretagna, dove sono previste nuove precipitazioni nevose. Sul versante italiano sono i fiumi a preoccupare la protezione civile. Sotto controllo il Tevere e l’Aniene, anche se l’attenzione si sta spostando sui corsi d’acqua delle regioni meridionali. Forti nevicate anche nel nord ovest della Cina. Nella regione nord occidentale dello Xinjiang si segnala un morto, oltre 5 mila evacuati e centinaia di case distrutte.

Terremoto California
Terremoto di magnitudo 6,5 a largo della costa settentrionale della California. Il sisma, il cui epicentro è stato registrato ieri pomeriggio a 360 chilometri a nord di Sacramento, ha provocato lievi danni ma nessun ferito. Molta gente nella città di Eureka si è riversata in strada. Evacuato per precauzione un edificio, mentre in molti quartieri ci sono state interruzioni della corrente elettrica.

Attentato Grecia
La Grecia non si lascerà terrorizzare. Così il premier greco Giorgio Papandreou dopo l’esplosione di una bomba, avvenuta ieri sera di fronte al parlamento di Atene. L’attentato, preannunciato con una telefonata ad un giornale, non ha provocato vittime o feriti in quanto la polizia ha avuto il tempo di sgomberare l’area. Si indaga negli ambienti anarco-insurrezionalisti, anche se non è giunta alcuna rivendicazione.

Arresti Eta
Quattro presunti membri dell’organizzazione separtatista basca Eta, sono stati arrestati in due distinte operazioni avvenute ieri in Francia e in Spagna. Lo riporta oggi la stampa spagnola senza tuttavia precisare il nome dei fermati.

Londra - incriminazioni
Incriminati due dei tre britannici arrestati venerdì scorso su un aereo della Emirates Airlines per un falso allarme bomba poco prima del decollo all’aeroporto di Heathrow. Uno dovrà rispondere di procurato allarme e ubriachezza molesta, per aver pronunciato frasi minacciose e fatto riferimento a un ordigno a bordo durante un alterco con l’equipaggio. L’altro è stato invece accusato solo di ubriachezza molesta.

Russia
Un settore della centrale nucleare di Volgodon, nella Russia meridionale, è stato spento a causa di un guasto. A riportarlo è l’agenzia Interfax, che cita i servizi di emergenza locali. Nessun problema nei livelli di radiazioni nell’area dell’impianto, che sarebbero rimasti normali. Le riparazioni potrebbero richiedere tre o quattro giorni.

Referendum Martinica e Guyana
Al via oggi le operazioni di voto per i referendum nei due dipartimenti francesi d'oltremare della Martinica e della Guyana. I cittadini dovranno pronunciarsi sulla revisione dello statuto regionale che darebbe maggiore autornomia pur restando nella Repubblica francese. Gli ultimi sondaggi danno i sostenitori dello status quo in vantaggio.(Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 10

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