Al via a Rosarno la demolizione delle baracche degli immigrati che hanno lasciato
in massa la cittadina calabrese
Sembra essere tornata la normalità a Rosarno dopo gli scontri dei giorni scorsi al
centro delle indagini delle autorità locali. Più di mille immigrati hanno lasciato
la cittadina calabrese, dove in mattinata è iniziata anche la demolizione dei luoghi
utilizzati come ricovero dagli stranieri. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
Smantellare
i rifugi degli immigrati: questo l’obiettivo della prefettura di Reggio Calabria che
ha ordinato le demolizioni partite stamattina. Le ruspe dei vigili del fuoco sono
entrate così in azione a cominciare dall’area "Rognetta", l’ex deposito alimentare
alla periferia di Rosarno, per abbattere decine di baracche in cartone, plastica e
lamiera abitate da centinaia di persone. All’interno delle strutture biciclette utilizzate
per raggiungere i campi di agrumi, vestiti, pentole, letti, ma anche le valigie che
gli immigrati non hanno fatto in tempo a recuperare. Tutti, infatti, sono stati portati
nelle strutture di ricovero, prima tappa del percorso di sfollamento della cittadina.
Circa mille e 300 i trasferimenti che si sono completati stanotte, sotto l’occhio
vigile delle forze dell’ordine: treni e autobus diretti soprattutto verso i centri
di prima accoglienza di Crotone e di Bari, dove peraltro sono in corso le procedure
di identificazione. Numerosi gli immigrati che hanno abbandonato volontariamente la
zona di Rosarno. Difficile stabilire invece quanti abbiano deciso di restare perché
impegnati nella raccolta di agrumi. Proprio per questo, resta alta la vigilanza sul
territorio. Gli irregolari verranno immediatamente espulsi, ha detto il ministro dell’Interno
Maroni, che ha garantito il massimo impegno dello Stato per supplire alle carenze
delle istituzioni locali in questi anni. A Rosarno, ha precisato, nessuno ha voluto
vedere queste situazioni che sono diventate un problema di ordine pubblico. La magistratura
indaga per stabilire se dietro le violenze dei giorni scorsi ci sia stata la mano
della ‘ndrangheta, mentre la Chiesa locale ha chiesto di riflettere sull’accaduto
che ha provocato una cinquantina di feriti e dieci fermi. Afghanistan Un
giornalista britannico dell Sunday Mirror è rimasto ucciso in Afghanistan per l'esplosione
di un ordigno che ha provocato il ferimento del fotografo che era assieme a lui a
seguito delle truppe americane. Nell'attacco, avvenuto a nord ovest di Nawa, sono
morti anche un soldato Usa e uno afghano. A diffondere la notizia il ministero della
Difesa di Londra.
Yemen - dialogo Le autorità dello Yemen sono pronte
al dialogo con al Qaeda se i membri della rete di Osama Bin Laden nel Paese arabo
deporranno le armi e rinunceranno al terrorismo. Ad affermarlo è stato il presidente
yemenita Ali Abdallah Saleh, che, in un’intervista alla televisione di Abu Dhabi,
ha parlato di un appello al dialogo condiviso da tutte le forze dell’opposizione.
Per il leader di Sanaa, al Qaeda rappresenta una minaccia per la sicurezza e la pace
del mondo, ma – ha precisato - i suoi membri “non hanno alcun legame con l’Islam”.
Iran In
Iran, tre persone arrestate durante le manifestazioni dell’opposizione della scorsa
estate, all’indomani dell’elezione del presidente Ahmadinejad, sono morte nelle carceri
di Kahrizak, a sud di Teheran, per le violenze subite. A denunciarlo una commissione
di inchiesta del parlamento iraniano in un rapporto pubblicato oggi, in cui si muovono
pesanti accuse nei confronti dell’allora procuratore della capitale. Alcuni siti Internet
dell’opposizione hanno reso noto l’arresto di una trentina di donne dell’organizzazione
'madri in lutto', i cui figli sono stati uccisi o sono scomparsi nella repressione
delle proteste nel Paese. Il tutto sarebbe accaduto ieri durante un raduno nel centro
di Teheran.
Medio Oriente Si complica la prossima missione in Medio
Oriente dell’inviato Usa, George Mitchell. L’Autorità nazionale palestinese ha infatti
rifiutato la proposta americana di una ripresa incondizionata dei negoziati di pace
con gli israeliani senza un congelamento totale degli insediamenti ebraici in Cisgiordania.
Il premier israeliano Netanyahu ha invece annunciato che l’esercito risponderà al
fuoco in caso di nuovi lanci di razzi dalla Striscia di Gaza. Intanto nel nord della
Cisgiordania, nei pressi di Nablus, i soldati ebraici hanno demolito una ventina di
case abitate da palestinesi, senza fornire spiegazioni.
Presidenziali Croazia Urne
aperte oggi in Croazia per il secondo turno delle presidenziali. I circa 4 milioni
e mezzo di aventi diritto dovranno eleggere il terzo presidente della Repubblica dall’indipendenza
raggiunta nel 1991. A contendersi la massima carica il socialdemocratico Ivo Josipovic,
favorito rispetto al suo ex collega di partito, il sindaco di Zagabria Milan Bandic,
candidato del centrodestra. Il nuovo capo dello Stato dovrà guidare la Croazia verso
la piena adesione all'Unione europea, prevista nel 2012. I seggi resteranno aperti
fino allee 19.00 quando saranno diffusi i primi exit poll, mentre il risultato ufficiale
è atteso in tarda serata.
Maltempo Europa-Cina Ancora disagi per
i trasporti nel nord Europa a causa dell’ondata di neve e gelo delle ultime ore. Più
di 200 i voli cancellati all’aeroporto di Francoforte, in Germania. Stesso scenario
anche in Francia dove, la notte scorsa, allo scalo aereo di Lione, 800 passeggeri
sono rimasti a terra, costringendo l’intervento della Croce Rossa per sistemare letti
e distribuire bevande calde. A rilento il servizio dei treni Eurostar in partenza
dalla Gran Bretagna, dove sono previste nuove precipitazioni nevose. Sul versante
italiano sono i fiumi a preoccupare la protezione civile. Sotto controllo il Tevere
e l’Aniene, anche se l’attenzione si sta spostando sui corsi d’acqua delle regioni
meridionali. Forti nevicate anche nel nord ovest della Cina. Nella regione nord occidentale
dello Xinjiang si segnala un morto, oltre 5 mila evacuati e centinaia di case distrutte.
Terremoto
California Terremoto di magnitudo 6,5 a largo della costa settentrionale della
California. Il sisma, il cui epicentro è stato registrato ieri pomeriggio a 360 chilometri
a nord di Sacramento, ha provocato lievi danni ma nessun ferito. Molta gente nella
città di Eureka si è riversata in strada. Evacuato per precauzione un edificio, mentre
in molti quartieri ci sono state interruzioni della corrente elettrica.
Attentato
Grecia La Grecia non si lascerà terrorizzare. Così il premier greco Giorgio
Papandreou dopo l’esplosione di una bomba, avvenuta ieri sera di fronte al parlamento
di Atene. L’attentato, preannunciato con una telefonata ad un giornale, non ha provocato
vittime o feriti in quanto la polizia ha avuto il tempo di sgomberare l’area. Si indaga
negli ambienti anarco-insurrezionalisti, anche se non è giunta alcuna rivendicazione.
Arresti
Eta Quattro presunti membri dell’organizzazione separtatista basca Eta, sono
stati arrestati in due distinte operazioni avvenute ieri in Francia e in Spagna. Lo
riporta oggi la stampa spagnola senza tuttavia precisare il nome dei fermati.
Londra
- incriminazioni Incriminati due dei tre britannici arrestati venerdì scorso
su un aereo della Emirates Airlines per un falso allarme bomba poco prima del decollo
all’aeroporto di Heathrow. Uno dovrà rispondere di procurato allarme e ubriachezza
molesta, per aver pronunciato frasi minacciose e fatto riferimento a un ordigno a
bordo durante un alterco con l’equipaggio. L’altro è stato invece accusato solo di
ubriachezza molesta.
Russia Un settore della centrale nucleare di
Volgodon, nella Russia meridionale, è stato spento a causa di un guasto. A riportarlo
è l’agenzia Interfax, che cita i servizi di emergenza locali. Nessun problema nei
livelli di radiazioni nell’area dell’impianto, che sarebbero rimasti normali. Le riparazioni
potrebbero richiedere tre o quattro giorni.
Referendum Martinica e Guyana Al
via oggi le operazioni di voto per i referendum nei due dipartimenti francesi d'oltremare
della Martinica e della Guyana. I cittadini dovranno pronunciarsi sulla revisione
dello statuto regionale che darebbe maggiore autornomia pur restando nella Repubblica
francese. Gli ultimi sondaggi danno i sostenitori dello status quo in vantaggio.(Panoramica
internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 10
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