Pellegrinaggio dei vescovi europei e nordamericani a sostegno dei cristiani di Terra
Santa
Inizia domani a Gerusalemme l’ormai tradizionale visita del Gruppo di Coordinamento
delle Conferenze episcopali europee e nordamericane a sostegno della Chiesa Cattolica
e dei cristiani nella Terra Santa. Tra i promotori di questa iniziativa è l’arcivescovo
di Liverpool, Patrick Kelly, fermato tuttavia in Inghilterra a causa del maltempo.
Tracey McClure lo ha intervistato:
R. – Dobbiamo
inserire questa visita fra due eventi: il pellegrinaggio del Santo Padre in Terra
Santa ed il Sinodo che lui ha indetto per l’autunno di quest’anno a Roma. Il punto
di riferimento più forte quest’anno sarà la situazione a Gerusalemme Est, dove le
decisioni riguardanti la sicurezza, le decisioni riguardanti il territorio costituiscono
una grande difficoltà per tante comunità cristiane. Speriamo che i vescovi possano
vedere qual è la realtà di ogni giorno di questa comunità e la difficoltà di spostarsi
da un posto all’altro. Il numero dei cristiani diminuisce per le difficoltà della
vita di ogni giorno. Allora vogliamo vedere la situazione e poi parlare – io dico
– con un po’ più di conoscenza della realtà della Terra Santa, per i nostri fratelli
e sorelle in questo luogo tutto speciale.
D. – Quale
il suo pensiero per i cristiani in Terra Santa?
R.
– Il pensiero più forte è che loro non sono soli: noi siamo con loro e abbiamo bisogno
della fede della Terra Santa, perché, come ha insegnato Papa Benedetto nella sua Enciclica
Deus caritas est, “Dio è carità e amore” e la fede cristiana non è un’idea, non è
un’etica, ma è l’incontro con una Persona, e la persona è Gesù di Nazareth. Allora
abbiamo bisogno di collegamenti fortissimi con i cristiani di Terra Santa: loro camminano
lungo le stesse strade sulle quali Lui ha camminato e vedono quello che Lui ha veduto.
Senza l’incarnazione noi siamo niente.(Montaggio a cura di Maria Brigini)