2010-01-09 11:11:58

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Nella Festa del Battesimo del Signore la liturgia ci presenta l’evento raccontato da San Luca evangelista. Il popolo segue Giovanni, domandandosi se sia lui il Cristo. Ma il Battista afferma di non essere degno nemmeno di slegare i lacci dei sandali di Colui che deve venire. Quando battezza Gesù nel Giordano, il cielo si apre e su di Lui scende lo Spirito Santo in forma di colomba. Quindi risuona una voce dal cielo:

«Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
 
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Dogmatica alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3  
«Uno solo è il Signore» (Dt 6, 4), «uno è il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2, 5), una è la Rivelazione ed essa ha il suo inizio e il suo compimento «in Cristo» che è la Radice e il Germoglio, l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine (Ap 21, 6; 22, 13).
 
Con la rivelazione di Gesù al Giordano da parte dello Spirito e del Padre che è nei Cieli si chiude liturgicamente la manifestazione del tempo di Natale, un capitolo dell'«apparizione della grazia di Dio» (Tito 2, 11).
 
In Gesù Cristo si compie l'unica e singolare rivelazione di Dio. Tutto mirava a Lui ed Egli è ora qui presente e il Padre gli rende testimonianza. E se noi diamo credito alla testimonianza degli uomini, non daremo credito alla testimonianza di Dio, si chiede l'Apostolo (1 Gv 5, 10).
 
Il luogo geografico stesso è un simbolo del compimento. Proprio attraversando il Giordano, il popolo che era reduce da una schiavitù durata più di quattro secoli, fu introdotto nella terra promessa, a compimento dell'Alleanza. Proprio da qui il Figlio «amatissimo» (agapetos) inizia a predicare la nuova ed eterna Alleanza.
 
Dopo questo compimento dell'unica vera Rivelazione, seguire le molteplici pseudorivelazioni, o prendere come stella guida le rivelazioni private, significa rendere bugiardo Dio come ci insegna l'Apostolo Giovanni e significa commettere una stoltezza e offendere Dio come ci richiama il dottore mistico Giovanni della Croce.
 
« Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola... Infatti quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l'ha detto tutto nel suo Figlio... Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità » (S. Giovanni della Croce, Salita al Monte Carmelo, II, 22). 







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