Festa del Battesimo del Signore. Il Papa: Dio ci salva scendendo Lui stesso nell'abisso
della morte. La riflessione di un teologo domenicano
Domani, nella Festa del Battesimo del Signore, Benedetto XVI presiederà alle 10.00
la Santa Messa nella Cappella Sistina: durante la celebrazione amministrerà il Sacramento
del Battesimo ad alcuni bambini, 7 maschi e 7 femmine. “In noi il peccato – ha detto
il Papa – crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che
è nei cieli non ci tende la sua mano. Ecco il mistero del Battesimo: Dio ha voluto
salvarci andando Lui stesso fino in fondo all’abisso della morte”. Sul significato
di questa festa, Federico Piana ha sentito il padre domenicano Guido Bendinelli,
preside della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna:
R. – E’ una
festa che racchiude in sé una straordinaria valenza di rivelazione. Rivela il mistero
di Cristo e rivela, in un certo senso, anche il mistero di noi credenti battezzati
nelle acque, che sono state consacrate da Cristo.
D.
– E’ una festa che nasce anche dal cuore, possiamo dire così, padre Guido?
R.
– Nasce dal cuore perché è il Dio che si abbassa, che muore per noi, che anticipatamente
mostra la sua volontà di abbassarsi per la nostra salvezza. Noi cogliamo tutto ciò
proprio nella scena del Battesimo, quando il Signore si sottopone ad un rito di penitenza.
Si è sottoposto a ciò per invitare tutti noi ad avere questa straordinaria considerazione
del rito battesimale, nel quale siamo stati rigenerati a vita nuova.
D.
– Il Battesimo ha bisogno dell’ acqua: questo elemento che deve diventare fondamentale
per noi cristiani, segno di purificazione…
R. – L’acqua
è purificazione e, al tempo stesso, è anche fecondità, è nuova vita. Un elemento,
quindi, che indica la rimozione del peccato, che nostro Signore Gesù certo non portava
addosso e non aveva di conseguenza bisogno di ciò, ma noi abbiamo bisogno di questa
purificazione. Al tempo stesso, però, questa acqua è l’acqua purificatrice; è l’acqua
che nello Spirito diventa portatrice di vita nuova.
D.
– Come possiamo riscoprirlo allora questo Battesimo, che molto spesso dimentichiamo
di averlo ricevuto?
R. – Noi possiamo riscoprire
il nostro Battesimo, riandando – se vogliamo – anche agli elementi che la scena evangelica
ci propone e quindi riconoscendo anzitutto come elemento costituivo del nostro essere
battezzati la somiglianza a Colui che si è umiliato per la nostra salvezza. Vivere
il Battesimo vuole dire anche sentire su tutti noi lo sguardo di amore del Padre.
Noi, che siamo rinati a vita nuova nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo e che imitiamo la discesa nelle acque del Signore Gesù, siamo chiamati da Gesù
a sentirci amati dal Padre, come è amato il Figlio prediletto, il Figlio eletto e
come Lui dobbiamo essere capaci di compiere ogni giustizia, compiere appieno la volontà
del Padre.
D. – Tante volte non c’è un po’ di orgoglio,
padre Guido, che ci impedisce di riscoprire questo Battesimo…
R.
– C’è forse orgoglio, ma forse c’è anche tanta tiepidezza, tanta negligenza. Vi è
spesso una scarsa memoria di quanto, nel mistero, nella realtà del mistero, si è compiuto
in noi. Forse saremmo meno inconsapevoli del dono prezioso di grazia che il Battesimo
ci ha conferito se tutte le domeniche e in particolare quando professiamo la nostra
fede, perché la nostra è una fede battesimale, riandassimo a quelle promesse che i
nostri padrini ed i nostri genitori hanno fatto per noi, ma che in un certo senso
siamo chiamati ogni giorno a riproporre nella nostra vita. (Montaggio a
cura di Maria Brigini)