2010-01-08 16:04:59

I vescovi del Venezuela preoccupati per gli sconfinamenti di gruppi armati colombiani


Nella sua allocuzione per l’apertura, ieri, della 90.ma assemblea plenaria dell’Episcopato del Venezuela, mons. Ubaldo Santana, arcivescovo di Maracaibo, ha affermato di “ritenere inammissibile, se fosse vera, la presenza di gruppi armati colombiani in territorio venezuelano”. Una tale evenienza, secondo il prelato, non farebbe altro che incidere negativamente sulle relazioni, già tese e difficili, tra il suo Paese la vicina Colombia. Sarebbe, ha aggiunto, “una minaccia per la convivenza pacifica”. Anche se le autorità del Paese e lo stesso presidente Hugo Chávez hanno negato la notizia sulla presenza di questi gruppi, la stampa locale afferma il contrario e in numerosi articoli si offrono racconti e testimonianze di uomini armati non venezuelani nelle zone confinanti. In alcuni casi, come per esempio nel giornale “El Universal”, è stato scritto che “queste persone si muovono impunemente tra un Paese e l’altro”. D’altra parte, si legge in un comunicato, simili affermazioni, come anche le denunce, si moltiplicano sulla stampa colombiana che, proprio in questi giorni, ha usato parole del presidente Chávez per dare solidità ai suoi racconti. Il capo di Stato venezuelano venezuelano ha dichiarato giorni fa che “poiché metà del territorio colombiano è nelle mani di gruppi armati, è impossibile evitare che possano entrare in territorio venezuelano guerriglieri, paramilitari, sicari, narcotrafficanti o terroristi”. Va ricordato che queste due nazioni sudamericane hanno oltre 2200 chilometri di frontiera in comune e buona parte di queste si snoda nella giungla amazzonica. Inoltre, secondo la stampa locale, qui sono già in costruzione alcune basi militari statunitensi, autorizzate da un accordo firmato tra Bogotà e Washington. Per i vescovi, si tratta di una situazione complessa e delicata, che può anche sfuggire al controllo e perciò, ha osservato mons. Santana, “sarebbe il caso piuttosto di approfittare del momento per accrescere la solidarietà e la cooperazione tra i nostri popoli”. Infine, il presidente dell’Episcopato del Venezuela ha richiamato l’attenzione sulla crescita della violenza nel Paese ricordando che ciò “colpisce molte famiglie sotto un manto crudele di dolore”. Occorre, ha chiesto il prelato, che le autorità “aumentino i loro sforzi in favore della sicurezza cittadina (…), poiché “vediamo con costernazione che nelle nostre città e nelle nostre campagne aumenta il tasso di violenza”. Nel Paese si è “perso il senso del valore sacro della vita umana e il senso dell’esistenza stessa”, e “dunque dobbiamo reagire di fronte ad un problema così grave anche perché mancano politiche pubbliche adeguate”, ha concluso l’arcivescovo di Maracaibo. (A cura di Luis Badilla)







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