I vescovi del Venezuela preoccupati per gli sconfinamenti di gruppi armati colombiani
Nella sua allocuzione per l’apertura, ieri, della 90.ma assemblea plenaria dell’Episcopato
del Venezuela, mons. Ubaldo Santana, arcivescovo di Maracaibo, ha affermato di “ritenere
inammissibile, se fosse vera, la presenza di gruppi armati colombiani in territorio
venezuelano”. Una tale evenienza, secondo il prelato, non farebbe altro che incidere
negativamente sulle relazioni, già tese e difficili, tra il suo Paese la vicina Colombia.
Sarebbe, ha aggiunto, “una minaccia per la convivenza pacifica”. Anche se le autorità
del Paese e lo stesso presidente Hugo Chávez hanno negato la notizia sulla presenza
di questi gruppi, la stampa locale afferma il contrario e in numerosi articoli si
offrono racconti e testimonianze di uomini armati non venezuelani nelle zone confinanti.
In alcuni casi, come per esempio nel giornale “El Universal”, è stato scritto che
“queste persone si muovono impunemente tra un Paese e l’altro”. D’altra parte, si
legge in un comunicato, simili affermazioni, come anche le denunce, si moltiplicano
sulla stampa colombiana che, proprio in questi giorni, ha usato parole del presidente
Chávez per dare solidità ai suoi racconti. Il capo di Stato venezuelano venezuelano
ha dichiarato giorni fa che “poiché metà del territorio colombiano è nelle mani di
gruppi armati, è impossibile evitare che possano entrare in territorio venezuelano
guerriglieri, paramilitari, sicari, narcotrafficanti o terroristi”. Va ricordato che
queste due nazioni sudamericane hanno oltre 2200 chilometri di frontiera in comune
e buona parte di queste si snoda nella giungla amazzonica. Inoltre, secondo la stampa
locale, qui sono già in costruzione alcune basi militari statunitensi, autorizzate
da un accordo firmato tra Bogotà e Washington. Per i vescovi, si tratta di una situazione
complessa e delicata, che può anche sfuggire al controllo e perciò, ha osservato mons.
Santana, “sarebbe il caso piuttosto di approfittare del momento per accrescere la
solidarietà e la cooperazione tra i nostri popoli”. Infine, il presidente dell’Episcopato
del Venezuela ha richiamato l’attenzione sulla crescita della violenza nel Paese ricordando
che ciò “colpisce molte famiglie sotto un manto crudele di dolore”. Occorre, ha chiesto
il prelato, che le autorità “aumentino i loro sforzi in favore della sicurezza cittadina
(…), poiché “vediamo con costernazione che nelle nostre città e nelle nostre campagne
aumenta il tasso di violenza”. Nel Paese si è “perso il senso del valore sacro della
vita umana e il senso dell’esistenza stessa”, e “dunque dobbiamo reagire di fronte
ad un problema così grave anche perché mancano politiche pubbliche adeguate”, ha concluso
l’arcivescovo di Maracaibo. (A cura di Luis Badilla)