Cina: condannato a 6 anni di carcere un regista tibetano
Un tribunale cinese ha condannato un regista tibetano a sei anni di prigione per “separatismo”.
Le accuse si basano sulle interviste fatte dal regista Dhondup Wangchen a cittadini
tibetani sul rapporto con il loro leader spirituale, il Dalai Lama, sui Giochi Olimpici
di Pechino 2008 e sulle leggi cinesi in Tibet. La notizia, riferisce l'agenzia Agi,
è stata resa nota da Reporter Senza Frontiere, che ha raccolto la testimonianza di
amici e familiari del regista. Dhondup Wangchen, insieme ad un suo amico monaco, Golog
Jigme, furono arrestati dopo la conclusione delle registrazioni del film “Leaving
fear behind” (Lasciandosi la paura alle spalle), ma riuscirono comunque a far arrivare
la cassetta all’esterno. La sentenza è stata emessa il 28 dicembre da un tribunale
di Xining, capitale della provincia occidentale del Qinghai, dove vive un’alta percentuale
di popolazione tibetana. Il regista è comunque agli arresti dal 26 marzo 2008 in una
località sconosciuta. Secondo il parere dei suoi familiari e del sito che pubblicizza
il film e l’intera vicenda (www.leavingfearbehind.com), al regista è stata negata
la tutela legale. La famiglia ha riferito di non essere a conoscenza dei crimini di
cui il regista è stato accusato, né del suo stato di salute attuale, dato che è malato
cronico di epatite B. In risposta, la portavoce del ministero degli Esteri, Jiang
Yu ha ricordato che, pur non conoscendo la vicenda, tutti i cittadini cinesi sono
tutelati dai diritti di base. (A.D.G.)