2010-01-07 12:48:15

Dialogo interreligioso e riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica in Turchia al centro del discorso del Papa all’ambasciatore di Ankara


Il dialogo interreligioso, la pace in Medio Oriente e il riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica: questi i tre temi forti del discorso rivolto stamani da Benedetto XVI al nuovo ambasciatore turco, Kenan Gürsoy, ricevuto in udienza per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa ha ricordato con gioia il suo viaggio apostolico in Turchia, nel 2006, ed ha assicurato l’impegno dei cattolici turchi a contribuire al progresso della società. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

Il Papa, ricordando la visita in Turchia del 2006, la prima del suo Pontificato in un Paese a maggioranza musulmana, ha ribadito l’impegno della Chiesa cattolica “a far progredire il dialogo interreligioso in uno spirito di mutuo rispetto ed amicizia”. In particolare, testimoniando la comune fede in Dio, che caratterizza cristiani e musulmani, e “impegnandosi a conoscersi meglio così da rafforzare” i legami reciproci. Prego ferventemente, ha aggiunto, che “questo processo porterà ad una più grande fiducia tra individui, comunità e popoli specialmente nella problematica area del Medio Oriente”. I cattolici in Turchia, ha detto ancora, apprezzano la “libertà di culto” che è assicurata dalla Costituzione e sono lieti “di contribuire al benessere dei loro concittadini”, specialmente sul fronte della carità. Quindi, ha ricordato che la Chiesa cattolica in Turchia “sta attendendo il riconoscimento giuridico”. Un riconoscimento, ha evidenziato, che “la aiuterebbe a giovarsi di una piena libertà religiosa e a dare un contributo alla società ancora più grande”.

 
La Turchia, ha dunque affermato Benedetto XVI, può “agire come ponte tra l’Islam e l’Occidente” e “offrire un significativo contributo agli sforzi per portare pace e stabilità nel Medio Oriente”. La Santa Sede, ha detto ancora, “apprezza le numerose iniziative che la Turchia ha già preso al riguardo” ed è “impaziente di sostenere ulteriori sforzi per porre fine al conflitto di lunga durata nella regione”. Come la storia ha dimostrato tante volte, è stata la riflessione del Pontefice, “le dispute territoriali e le rivalità etniche possono essere risolte in modo soddisfacente quando sono tenute in considerazione le legittime aspirazioni di ogni parte”. Ed ha assicurato che la Santa Sede attribuisce un’alta priorità “alla ricerca di giuste e durature soluzioni ai conflitti nella regione”, mentre è impegnata a porre le sue risorse diplomatiche al servizio della pace e della riconciliazione.

 
Il Papa ha rammentato anche che si avvicina il 50.mo anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra Turchia e Santa Sede, “un frutto del Pontificato di Giovanni XXIII” già delegato apostolico ad Istanbul. Ed ha espresso la fiducia che queste relazioni diventino sempre più forti quale risultato di una continua collaborazione su molte importanti questioni. D’altro canto, non ha mancato di menzionare l’incontro con il Patriarca Bartolomeo I, al Fanar, uno dei momenti forti del suo viaggio apostolico in Turchia. Le comunità cristiane, ha ribadito, “sono orgogliose di fare la propria parte, consapevoli del loro antico retaggio e del significativo contributo che ha dato alla civilizzazione”, non solo della Turchia ma di tutta l’Europa. Ha infine ringraziato le autorità turche per aver facilitato, nell’Anno Paolino, i pellegrinaggi e le celebrazioni liturgiche nei luoghi legati all’Apostolo delle Genti.







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