Continua a far discutere la notizia delle centinaia di tonnellate di pane e di alimenti
che vengono buttati ogni giorno nell’immondizia in Italia. Problemi di eccedenze,
ma non solo, che fanno gridare allo scandalo. Ascoltiamo in proposito il direttore
del Banco Alimentare, Marco Lucchini, al microfono di Maria Gabriella Filippi: R.
– Come non solo nel pane, ma in molti altri settori dell’agroalimentare, la logica
della domanda e dell’offerta porta anche ad avere un’eccedenza di prodotto che non
può essere venduto. Il fatto che non può essere venduto, però, non vuol dire assolutamente
che non può essere poi consumato. Da più di vent’anni noi operiamo proprio come Banco
Alimentare, non solo in Italia ma in tutto il mondo, proprio per correggere questo
errore di questa regola fondamentale dell’economia che è la domanda e l’offerta. Il
successivo errore è il fatto che si dice: “non si può recuperare questo prodotto perché
spesso le associazioni non sono in grado di ritirarlo”. Mentre, invece, un’organizzazione
come Banco Alimentare è nata proprio per servire al meglio queste associazioni ma
anche chi ha il problema del prodotto che è in eccedenza, in questo caso stiamo parlando
del pane. Quindi io direi che si tratta solo di creare un’alleanza - come abbiamo
già proposto più volte - con questi panificatori o con la grande distribuzione, perché
ci si aiuti affinché tutto ciò che non può essere venduto nelle regole del mercato
possa essere invece recuperato e distribuito secondo le necessità, ad esempio, delle
ottomila e cinquecento associazioni che noi aiutiamo in Italia.
D.
- Secondo lei cosa dovrebbe cambiare nella mentalità riguardo al modo di consumare
il cibo?
R. - Il cibo è un dono, non è un oggetto
solo commerciale, perché io ricordo sempre che come il primo uomo che è venuto sulla
terra non si è messo a produrre il cibo ma l’ha trovato in natura come dono del buon
Dio, così l’ultimo bambino che sta nascendo in questo momento, la prima cosa che trova
è il seno della madre che gli fornisce il cibo e il nutrimento. E’ un dono e come
tale va trattato. E’ solo un problema culturale di guardare a quel dono come fondamentale
per l’uomo che va anche pensato, ragionato, e anche la scienza deve aiutare a conservare
al meglio questo dono.
D. – Il Banco Alimentare si
occupa di recupero delle eccedenze di alimenti: come vengono ridistribuiti?
R.
– Noi stiamo servendo in questo momento in Italia ottomila e cinquecento associazioni
di cui il grosso sono Caritas, San Vincenzo, Banchi di solidarietà, cioè organizzazioni
che si occupano in modo particolare di portare quella che si chiama la spesa alle
famiglie bisognose. Spesso sono anziani oppure ragazze madri; c’è tutto il problema
delle separazioni che sta mettendo in crisi parecchie famiglie proprio perché la madre
si trova da sola coi figli, il marito non ce la fa a mantenere due famiglie. Poi
abbiamo le mense classiche soprattutto delegate al mondo dei Francescani ma anche
alle Suore di Madre Teresa fino alle comunità che invece accolgono persone che sono
bisognose, tipo i malati. Ci sono insomma vari tipi di realtà. Noi serviamo queste
realtà perché proprio nel momento della condivisione del pasto non passa solo il nutrimento
del corpo ma c’è un effetto di recupero della persona che è fondamentale. (Montaggio
a cura di Maria Brigini)