2010-01-07 15:14:43

35 operatori Onu morti nel 2009. La protesta del sindacato del personale delle Nazioni Unite


35 operatori umanitari, 28 civili e 7 soldati impegnati in missioni di pace, vittime di assalti e attentati omicidi: sono le cifre del drammatico bilancio dei morti nel 2009 tra il personale delle Nazioni Unite. Metà dei caduti, 17 su 35, ha trovato la morte in Afghanistan e in Pakistan. Tra i rimanenti, 5 operatori dell’Ufficio per i rifugiati della Palestina nel Vicino Oriente (Unrwa) sono stati uccisi nel corso dell’offensiva israeliana contro la striscia di Gaza e 2 hanno trovato la morte in Somalia. “Ancora una volta – dichiara il presidente del sindacato del personale Onu, Stephen Kisambira, - lo staff delle Nazioni Unite ha dovuto pagare con la vita i suoi sforzi per assistere le popolazioni in difficoltà”. Kisambira parla di una “tendenza scioccante a considerare deliberatamente l’Onu un bersaglio” e rammenta che “50 anni dopo l’adozione della Convenzione sulla sicurezza del personale Onu, 104 Stati membri non l’hanno ancora ratificata”, mentre il Protocollo facoltativo del 2005, ratificato solo da una ventina di Stati membri, “non è mai entrato in vigore”. La ratifica dei due documenti dimostrerebbe, secondo lo stesso dirigente, la seria volontà e l’impegno degli Stati membri dell’Onu “di proteggerne il personale” e il loro apprezzamento “del ruolo delle Nazioni Unite nel mantenimento della pace e nella promozione dello sviluppo nelle aree più arretrate del pianeta”. (R.G.)







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