Il Natale del Signore per le Chiese che seguono il calendario giuliano
Le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano celebreranno domani il Natale.
Tra queste le Chiese di Russia, Serbia, Georgia, Repubblica Ceca, e Polonia, a cui
si aggiungono la Chiesa copta, etiopica e armena. Sul natale nei Paesi che seguono
il calendario giuliano ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, don
Stefano Caprio, docente di cultura russa al Pontificio Istituto Orientale raggiunto
telefonicamente a Mosca:
R. – Sono
in Russia e c’è un clima totalmente natalizio. Ovunque Chiese e città sono addobbate
per il Natale, che in Russia viene dopo l’anno nuovo e quindi è un clima già molto
ricco di gioia. D. – Quali patrimoni liturgici convergono nelle
celebrazioni delle Chiese che seguono il calendario giuliano? R.
– Sostanzialmente non si differenzia molto da quello del rito latino: c’è la Messa
notturna, ci sono le celebrazioni, un po’ più lunghe come nel rito bizantino. C’è
soprattutto questa maggiore sottolineatura della luce che viene in un mondo, soprattutto
quello nord-orientale, che attende il Natale proprio come inizio del nuovo anno, della
nuova stagione. D. – Come si può rappresentare con un’icona
il legame tra Chiese orientali e Natale? R. – Il Natale delle
Chiese orientali è l’icona della Natività, un’icona analoga alle scene natalizie occidentali.
C’è la grotta con la Madonna ed il Bambino, gli angeli, i pastori, la natura trasfigurata
ed alcune scene di San Giuseppe tentato dal diavolo, delle donne che lavano il Bambino
che vengono dalla tradizione apocrifa. Mentre in Occidente abbiamo la scena vivente
del Natale, con tutti i personaggi. In realtà, l’icona già ricorda in modo ancora
più netto la profezia della morte e della Resurrezione del Signore: il sepolcro di
Gesù è raffigurato nella grotta della Natività per unificare tutto il mistero stesso
del Signore. D. – Come quest’icona, questa scena si vive nelle
famiglie, sia durante la vigilia sia nel giorno di Natale? R.
– Per certi aspetti, almeno in Russia, molti orientali sono favoriti dal fatto che
il calendario sposta il Natale dal 25 dicembre a dopo il Capodanno. Tutto l’aspetto
più consumistico, più laico della festività viene già consumato prima, durante il
cenone di Capodanno. Le feste del Natale hanno, da questo punto di vista, un aspetto
ancor più spirituale e si protraggono fino al 19 gennaio, quando, secondo il calendario,
c’è l’Epifania, la festa del Battesimo: Si fa addirittura la benedizione dell’acqua
facendo un buco nel ghiaccio, andando sui fiumi dove si può prendere l’acqua della
vita nuova. D. – A proposito di vita nuova, qual è oggi la vita
delle Chiese orientali? R. – Parlando di Europa orientale, dopo
20 anni di ricostruzione, dopo tanti anni di persecuzione, oggi stanno vivendo proprio
un periodo di rinascita. Cercano di andare ancora più in là della semplice ricostruzione,
di ritrovare proprio le fonti vive della fede, del Vangelo. Non possiamo però dimenticare
che ci sono Chiese orientali – soprattutto in Medio Oriente – che stanno vivendo un
periodo di grande sofferenza.