2010-01-05 15:15:09

El Salvador: l'arcivescovo Escobar Alas chiede patto di unità nazionale contro la violenza


Pensando alla grave situazione del Paese, stretto tra la crisi economica e la violenza metropolitana, l’arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas, ha proposto al presidente Mauricio Funes la ricerca di consensi per un “patto nazionale” che coinvolga tutti nello sforzo necessario per trovare uno sbocco adeguato nell'attuale mopmento che sta attraversando El Salvador. Nel corso di una conferenza stampa, domenica scorsa, l’arcivescovo ha confermato di voler chiedere alle autorità di “promuovere la firma di un grande accordo nazionale, un vero piano per la nazione, in grado di garantire il bene del Paese al di sopra degli interessi partitici”. Nell’omelia della Messa per il fine anno mons. Escobar Alas aveva già rilevato di credere “che questo governo, come un altro qualsiasi, non riuscirà mai da solo a cambiare le cose e perciò si deve pensare all’unità nazionale lasciando da parte gli interessi minori, o di gruppi o peggio ancora di fazioni”. Secondo il presule il 2009 salvadoregno “è stato un anno molto difficile”, in particolare a causa delle conseguenze della crisi economica e finanziaria, ma “anche per via dell’aumento della violenza”. D’altra parte, mons. José Luis Escobar Alas, ha auspicato da Dio la grazia di un “anno 2010 migliore; un anno di unità nazionale; un anno che sia ricordato come quello in cui i salvadoregni hanno superato la crisi, avviando un recupero economico e sociale, una revisione della cornice giuridica e amministrativa dello Stato e del suo sistema giudiziario”. L’arcivescovo ha auspicato con forza, una maggiore attenzione verso i poveri e verso “le cause ultime che generano violenza”. Infine, a sostegno di quanto aveva detto, mons. Escobar Alas, spiegando il perché El Salvador, è stato nel 2009 il Paese più violento dell’America Latina, ha ricordato che gli omicidi sono stati 4.365, vale a dire 71 omicidi ogni 100 mila abitanti pari a 11,9 morti violente ogni 24 ore. Sono cifre drammatiche che assegnano a questa nazione centroamericana di 6 milioni di abitanti un record negativo “strappato” al Messico e alla Colombia. Gran parte di questa violenza è da attribuire alle “maras”, bande giovanili che operano sul modello originale nato in Honduras. Rispetto al 2008 la crescita degli omicidi è stata del 37% e il tasso di 71 assassini su ogni 100 mila abitanti supera di gran lunga il tasso di 10 che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera già il limite per parlare di “violenza epidemica”. (L.B.)







All the contents on this site are copyrighted ©.