Ammissione storica dell’American Law Institute: la pena di morte un fallimento giuridico
Nel 1962 era stato proprio l’American Law Institute a gettare le basi del nuovo sistema
capitale negli Usa, e la Corte Suprema ne aveva adottato il modello, quando nel 1976
aveva restituito alla pena di morte lo status di punizione costituzionalmente accettabile.
Ma quasi 50 anni dopo, il prestigioso Istituto – oltre 4 mila associati tra docenti
di diritto, giudici e avvocati – fa marcia indietro e questo apre buone speranze per
il bando totale della pena di morte negli Stati Uniti. In 113 pagine gli esperti dell’American
Law Institute prendono le distanze dalla condanna capitale, “alla luce – scrivono
- degli attuali insolubili ostacoli istituzionali e strutturali”, riguardo le garanzie
per un sistema adeguato "alla gestione della pena di morte”. Un testo di compromesso:
non c’è pronuncia diretta contro la pena di morte, come avrebbero voluto alcuni membri.
Ma pure il Consiglio dell’Istituto – che il 23 ottobre scorso ha approvato il documento
reso noto solo ieri – ha sentenziato che troppi elementi concorrono a rendere dispari
le condizioni necessarie perché la pena capitale sia equamente comminata. La razza,
la mediocrità di avvocati poco pagati, e il rischio di condannare persone innocenti
resta ancora troppo alto, alla luce di uno studio commissionato dallo stesso Istituto
su decenni di sentenze. Da qui la decisione dell’American Law Institute di ritirare
dal proprio modello di Codice penale la sezione della pena capitale. Un passo “epico”
nella storia del diritto americano, ha commentato il New York Times, riportando che
nel 2009 – primo anno della presidenza Obama – sono diminuite le sentenze di morte
e il New Messico le ha abolite. (A cura di Roberta Gisotti)