Congo: appello di un vescovo a non dimenticare i profughi
“Grazie a Dio il Natale 2009 non è stato segnato dal sangue come quello del 2008,
ma la nostra principale preoccupazione rimangono i circa 2mila sfollati di Tapili,
sfuggiti agli attacchi dei guerriglieri dei primi di dicembre che hanno causato centinaia
di morti” riferiscono all’agenzia Fides fonti della diocesi di Isiro-Niangara, nel
nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Mons. Julien Andavo Mbia, vescovo
di Isiro-Niangara, aveva lanciato l’allarme sulla situazione di alcune località della
diocesi che erano state attaccate dai ribelli ugandesi dell’Esercito di Resistenza
del Signore (Lra) nelle prime settimane di dicembre. Tra le località più colpite vi
era Tapili, i cui abitanti sono stati costretti alla fuga. I guerriglieri avevano
diffuso volantini che minacciavano di ripetere il massacro di Natale del 2008, che
è costato la vita ad almeno 800 civili innocenti. Secondo un resoconto della diocesi
sugli attacchi dell’Lra, inviato all’agenzia Fides, tra il 13 e il 14 dicembre una
trentina di membri dell’Lra hanno attaccato una località nei pressi di Tapili, uccidendo
un centinaio di persone e sequestrando circa 40 tra giovani e anziani. La parrocchia
“San Paolo” di Tapili è stata interamente saccheggiata: solo il tabernacolo è stato
risparmiato. I ribelli hanno poi attaccato il centro di Tapili dove hanno saccheggiato
tutte le strutture sanitarie, dai dispensari alla farmacia, e hanno rapito altre 270
persone. Un falso allarme ha poi provocato la fuga della popolazione del vicino villaggio
di Ndingba. “La popolazione non è assistita da nessuno, sia sul posto sia nelle aree,
in particolare a Rungu, dove gran parte della popolazione di Tapili è fuggita. Non
hanno alcune assistenza” ha denunciato mons. Mbia. “Ancora una volta i ribelli dell’Lra
hanno seminato morte e distruzione nell’area di nord-est del distretto dell’Alto Uélé.
Persone indifese muoiono senza alcuna colpa. Lancio un SOS a chiunque perché soccorra
questi poveri. La Caritas d’Isiro-Niangara è pronta a collaborare” conclude il vescovo
lanciando un appello alla solidarietà di tutti. (R.P.)