2010-01-02 13:04:31

Il cordoglio del Papa per la morte del cardinale Daly, promotore di pace in Irlanda del Nord


Il Papa ha espresso il suo profondo cordoglio per la morte del cardinale Cahal Brendan Daly, avvenuta l’altro ieri notte in un ospedale di Belfast, dove era stato ricoverato in gravi condizioni. Il porporato, arcivescovo emerito di Armagh, aveva 92 anni. In un telegramma inviato al cardinale Seán Brady, attuale arcivescovo di Armagh, Benedetto XVI ricorda “con gratitudine i lunghi anni di fedele servizio pastorale del cardinale Daly alla Chiesa come sacerdote, vescovo e primate di tutta l'Irlanda, il suo contributo in qualità di membro del Collegio dei Cardinali, e soprattutto il suo impegno costante nella promozione della giustizia e della pace in Irlanda del Nord”. Per un ricordo del cardinale Daly ascoltiamo, al microfono di Lydia O’Kane, la testimonianza del cardinale Brady:RealAudioMP3

R. – Well, I remember him from many things, I suppose, of the last 15 years …
I ricordi accumulati negli ultimi 15 anni sono tanti: lo ricordo come un grande amico, una persona saggia ed un sant’uomo. Un uomo di fede, in primo luogo, e di grande preghiera … I ricordi risalgono ai lontani anni Sessanta, quando ero studente al Collegio irlandese a Roma e lui faceva parte del segretariato per l'Unione dei Cristiani; lo ricordo come una persona affabile, gentile, serena, un grande studioso, una persona buona. Dopo il Concilio, fu nominato vescovo di Ardagh, la cui cattedrale è stata rasa al suolo da un incendio proprio il giorno di Natale, portando grande tristezza in questo giorno. Poi, dal 1967 al 1982, l’allora arcivescovo Daly era stato profondamente impegnato nel favorire le riforme e il rinnovamento scaturiti dal Concilio, soprattutto in materia di liturgia, di rinnovamento della vita religiosa, e poi riguardo il ruolo dei fedeli laici, la catechesi, la dottrina sociale della Chiesa e l’unità dei cristiani. Nel 1982 divenne vescovo della sua diocesi nativa, Down and Connor, a Belfast, in un tempo molto, molto difficile e turbolento della storia irlandese. Da tanto tempo egli invocava la pace e sosteneva la causa della pace; già nel lontano 1972 aveva detto: “Non c’è alcuna ragione per cui noi non possiamo strutturare un’Irlanda ‘irlandese’, ampia a sufficienza in ragione e spirito per comprendere tutte le diverse tradizioni religiose, culturali e politiche, in un clima di tensioni creative piuttosto che nella discordia distruttiva. Un’Irlanda profondamente cristiana, nella consapevolezza che la maggiore caratteristica della fede è l’amore”. Questo era il fondamento della sua filosofia della pace: sapeva che una pace duratura può essere costruita soltanto sulla giustizia, sul rispetto vicendevole, sulla comprensione delle tradizioni e dei desideri del prossimo. E’ sempre stato assolutamente fermo nel suo rifiuto assoluto della violenza come mezzo per raggiungere scopi politici.







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