Il cordoglio del Papa per la morte del cardinale Daly, promotore di pace in Irlanda
del Nord
Il Papa ha espresso il suo profondo cordoglio per la morte del cardinale Cahal Brendan
Daly, avvenuta l’altro ieri notte in un ospedale di Belfast, dove era stato ricoverato
in gravi condizioni. Il porporato, arcivescovo emerito di Armagh, aveva 92 anni. In
un telegramma inviato al cardinale Seán Brady, attuale arcivescovo di Armagh, Benedetto
XVI ricorda “con gratitudine i lunghi anni di fedele servizio pastorale del cardinale
Daly alla Chiesa come sacerdote, vescovo e primate di tutta l'Irlanda, il suo contributo
in qualità di membro del Collegio dei Cardinali, e soprattutto il suo impegno costante
nella promozione della giustizia e della pace in Irlanda del Nord”. Per un ricordo
del cardinale Daly ascoltiamo, al microfono di Lydia O’Kane, la testimonianza
del cardinale Brady:
R. – Well,
I remember him from many things, I suppose, of the last 15 years … I ricordi
accumulati negli ultimi 15 anni sono tanti: lo ricordo come un grande amico, una persona
saggia ed un sant’uomo. Un uomo di fede, in primo luogo, e di grande preghiera … I
ricordi risalgono ai lontani anni Sessanta, quando ero studente al Collegio irlandese
a Roma e lui faceva parte del segretariato per l'Unione dei Cristiani; lo ricordo
come una persona affabile, gentile, serena, un grande studioso, una persona buona.
Dopo il Concilio, fu nominato vescovo di Ardagh, la cui cattedrale è stata rasa al
suolo da un incendio proprio il giorno di Natale, portando grande tristezza in questo
giorno. Poi, dal 1967 al 1982, l’allora arcivescovo Daly era stato profondamente impegnato
nel favorire le riforme e il rinnovamento scaturiti dal Concilio, soprattutto in materia
di liturgia, di rinnovamento della vita religiosa, e poi riguardo il ruolo dei fedeli
laici, la catechesi, la dottrina sociale della Chiesa e l’unità dei cristiani. Nel
1982 divenne vescovo della sua diocesi nativa, Down and Connor, a Belfast, in un tempo
molto, molto difficile e turbolento della storia irlandese. Da tanto tempo egli invocava
la pace e sosteneva la causa della pace; già nel lontano 1972 aveva detto: “Non c’è
alcuna ragione per cui noi non possiamo strutturare un’Irlanda ‘irlandese’, ampia
a sufficienza in ragione e spirito per comprendere tutte le diverse tradizioni religiose,
culturali e politiche, in un clima di tensioni creative piuttosto che nella discordia
distruttiva. Un’Irlanda profondamente cristiana, nella consapevolezza che la maggiore
caratteristica della fede è l’amore”. Questo era il fondamento della sua filosofia
della pace: sapeva che una pace duratura può essere costruita soltanto sulla giustizia,
sul rispetto vicendevole, sulla comprensione delle tradizioni e dei desideri del prossimo.
E’ sempre stato assolutamente fermo nel suo rifiuto assoluto della violenza come mezzo
per raggiungere scopi politici.