Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa seconda Domenica dopo Natale la Liturgia ci ripropone il Prologo del Vangelo
secondo Giovanni che contiene la Rivelazione dell’Incarnazione di Dio:
“In
principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo
era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto
per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste”.
Su
questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti,
docente di Dogmatica alla Pontificia Università Lateranense:
La storia
mondiale delle religioni è piena di rivelazioni che non partecipano nulla oppure di
partecipazioni prodigiose pseudodivine che non rivelano il vero e unico Dio, o, anche,
di simulazioni di una unità di rivelazione e autopartecipazione divine.
Giovanni
taglia il nodo affermando concisamente: «Dio nessuno l’ha mai visto» e, prima ancora
attesta: «Egli pose la Sua tenda in mezzo a noi e noi vedemmo la Sua gloria, gloria
come di Unigenito dal Padre». Il «desiderio naturale di vedere Dio» (desiderium naturale
videndi Deum), proprio di tutti gli uomini, inizia a compiersi storicamente e veritativamente
con l’avvento del Figlio. A questa pienezza unica e singolare di rivelazione, di esplicazione
(exegesato) del Padre da parte del Figlio corrisponde una misura altrettanto piena
di partecipazione di sé da parte di Dio. «Dalla Sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto»
e la pienezza è la Sua, è divina, è filiale e rende figli, rendendo partecipi della
generazione da Dio, dal Padre. «Perché anche voi siate in comunione con noi e la nostra
comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo» (1 Gv 1, 3).
L’avvenimento
dell’unico e vero Dio in Gesù Cristo accade nella contemporaneità della pienezza di
autorivelazione e autodonazione. Proprio questa unità era ed è impossibile ai falsi
dèi di cui pullula la storia dell’umanità passata e presente.