Guatemala: il nunzio apostolico celebra i 13 anni del Trattato di pace
A 13 anni di distanza dalla firma degli storici accordi che misero fine a decine di
anni di guerra civile, costati la vita in particolare a migliaia di civili, il nunzio
apostolico in Guatemala, mons. Paul Richard Gallagher, martedì scorso è intervenuto
nella capitale guatemalteca, alla cerimonia “del cambio della Rosa della Pace”, nel
corso della quale il Paese ha ricordato l’importanza e i frutti della pace raggiunta.
Mons. Gallegher ha ringraziato il Presidente della Repubblica che “ha voluto riconoscere
alla Santa Sede il suo permanente ruolo in favore della pace e alla Chiesa in Guatemala
il suo impegno”. A conferma di tutto questo, il nunzio ha ricordato che di recente
in Vaticano è stato celebrato il successo della mediazione pontificia fra il Cile
e l’Argentina a dieci anni di distanza della firma del Trattato di amicizia e cooperazione
tra i due Paesi latino-americani. Al tempo stesso il diplomatico vaticano ha ricordato
il primo messaggio per la Giornata mondiale della pace pronunciato da Paolo VI, 43
anni fa, che si riallaccia a quello con cui domani sarà celebrata questa Giornata
nel quale Benedetto XVI invita a riflettere sul rapporto tra pace e salvaguardia del
Creato. “La pace è una creatura delicata e fragile che occorre nutrire e alla quale
si deve aver cura”, ha rilevato mons. Gallagher, il quale ha osservato che “l’attuale
clima di violenza, di disuglianze e d’impunità” che vive il Paese centroamericano
rende difficile “dimostrare dove termina il conflitto e dove inizia la pace”. Ogni
processo di pace - ha poi spiegato mons. Gallagher - si deve basare su due principi:
“Senza gustizia non esiste possibilità di riconciliare i cuori e senza una rinconciliazione
duratura non ci può essere pace”. “La pace è una virtù spirituale che cerca di manifestarsi
nei nostri rapporti e nelle strutture sociali. Essa è libera e interiore e non può
coesistere con l’ingiustizia. La ricerca della pace, ha concluso il nunzio in Guatemala,
è una condizione imprescindibile per la convivenza umana e un criterio di rettitudine
delle nostre azioni. Non possiamo mai credere che la pace sia una conquista scontata;
anzi, dobbiamo cercarla costantemente e attivamente, condividendo i suoi frutti con
gli altri”. (A cura di Luis Badilla)