Congo: vescovo di Isiro-Niangara denuncia le violenze dei ribelli ugandesi
Giungono dalla diocesi di Isiro-Niangara, nell’estremo nord-est del paese, notizie
di nuovi attacchi condotti da elementi della ribellione ugandese dell’Esercito di
resistenza del signore (Lord’s resistance army, Lra) con numerose vittime civili.
Lo denuncia alla Misna il vescovo locale, monsignor Julien Andavo Mbia, sulla base
di testimonianze riferite dal parroco di Tapili - teatro lo scorso 13 dicembre di
un attacco degli stessi ribelli - secondo cui decine di persone sarebbero state uccise
a Manbaga ya talo, un luogo molto frequentato perché ospita un grande mercato del
pesce in riva al fiume Uélé, nella Provincia Orientale. Mancano notizie più precise
sulla dinamica e sul bilancio esatto del massacro, perpetrato circa due settimane
fa in una zona remota dove le comunicazioni sono difficili, ma un’altra fonte della
Misna a Dungu (qualche decina di chilometri a est da Tapili) ha confermato l’uccisione
di più civili e di almeno un poliziotto e un militare, nonché il rapimento di molte
persone. Nell’ospedale di Dungu, ha inoltre appreso la Misna, sono attualmente ricoverate
quattro donne originarie del villaggio di Ngilima (45 chilometri da Dungu) vittime
di aggressioni con mutilazioni – un metodo già usato dallo stesso gruppo ribelle quando
terrorizzava il nord Uganda tra la fine degli anni ’80 e il 2006 - e i cui mariti
sono stati uccisi dagli uomini dell’Lra. “Per l’anno che sta per iniziare – ha detto
alla Misna mons. Andavo Mbia – chiedo a tutti di ascoltare il grido d’allarme degli
abitanti della nostra regione e di aiutarli ad avere coraggio, a continuare a reggersi
in piedi nonostante le difficoltà. Il mio più grande augurio è che finisca una volta
per tutte l’inferno che stanno passando”. La presenza dei ribelli è motivo di grande
paura per gli abitanti della regione, molti dei quali fuggono dai villaggi nella foresta
per cercare un riparo nei centri più grandi, come ad esempio Rungu, dove vivono in
condizioni disastrose senza assistenza umanitaria. Secondo l’Onu, tra settembre 2008
e giugno 2009, nella Provincia Orientale almeno 1200 persone sono state uccise, altre
1400 sequestrate, inclusi donne e bambini, e 230.000 sfollate a causa delle violenze
attribuite ai ribelli fuggiti dall’Uganda dopo la mancata firma di un accordo di pace.
I ribelli sono presenti anche in Sudan e in Centrafrica, dove hanno commesso violenze
ai danni della popolazione. (R.P.)