2009-12-31 15:14:58

Congo: vescovo di Isiro-Niangara denuncia le violenze dei ribelli ugandesi


Giungono dalla diocesi di Isiro-Niangara, nell’estremo nord-est del paese, notizie di nuovi attacchi condotti da elementi della ribellione ugandese dell’Esercito di resistenza del signore (Lord’s resistance army, Lra) con numerose vittime civili. Lo denuncia alla Misna il vescovo locale, monsignor Julien Andavo Mbia, sulla base di testimonianze riferite dal parroco di Tapili - teatro lo scorso 13 dicembre di un attacco degli stessi ribelli - secondo cui decine di persone sarebbero state uccise a Manbaga ya talo, un luogo molto frequentato perché ospita un grande mercato del pesce in riva al fiume Uélé, nella Provincia Orientale. Mancano notizie più precise sulla dinamica e sul bilancio esatto del massacro, perpetrato circa due settimane fa in una zona remota dove le comunicazioni sono difficili, ma un’altra fonte della Misna a Dungu (qualche decina di chilometri a est da Tapili) ha confermato l’uccisione di più civili e di almeno un poliziotto e un militare, nonché il rapimento di molte persone. Nell’ospedale di Dungu, ha inoltre appreso la Misna, sono attualmente ricoverate quattro donne originarie del villaggio di Ngilima (45 chilometri da Dungu) vittime di aggressioni con mutilazioni – un metodo già usato dallo stesso gruppo ribelle quando terrorizzava il nord Uganda tra la fine degli anni ’80 e il 2006 - e i cui mariti sono stati uccisi dagli uomini dell’Lra. “Per l’anno che sta per iniziare – ha detto alla Misna mons. Andavo Mbia – chiedo a tutti di ascoltare il grido d’allarme degli abitanti della nostra regione e di aiutarli ad avere coraggio, a continuare a reggersi in piedi nonostante le difficoltà. Il mio più grande augurio è che finisca una volta per tutte l’inferno che stanno passando”. La presenza dei ribelli è motivo di grande paura per gli abitanti della regione, molti dei quali fuggono dai villaggi nella foresta per cercare un riparo nei centri più grandi, come ad esempio Rungu, dove vivono in condizioni disastrose senza assistenza umanitaria. Secondo l’Onu, tra settembre 2008 e giugno 2009, nella Provincia Orientale almeno 1200 persone sono state uccise, altre 1400 sequestrate, inclusi donne e bambini, e 230.000 sfollate a causa delle violenze attribuite ai ribelli fuggiti dall’Uganda dopo la mancata firma di un accordo di pace. I ribelli sono presenti anche in Sudan e in Centrafrica, dove hanno commesso violenze ai danni della popolazione. (R.P.)







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