2009-12-31 15:20:26

Afghanistan: uccisi 8 agenti della Cia e 5 canadesi


Il 2009 si conclude con l’acuirsi dell’attività del terrorismo di matrice islamica. In Afghanistan, in queste ultime ore dell’anno, la violenza della guerriglia ha preso di mira obiettivi delle forze internazionali con un bilancio di 13 morti. Il terrore torna anche negli Stati Uniti, dove ieri è stata sgomberata Times Square a New York per un furgone sospetto, mentre è atteso per oggi il rapporto preliminare sul fallito attentato di pochi giorni fa sul volo Amsterdam-Detroit. Intanto, il Pentagono si appesta a compiere nuovi raid sulle roccaforti di Al Qaeda nello Yemen. Il punto nel servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

I drammatici eventi che chiudono il 2009 sembrano confermare quella guerra al terrorismo prevista dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Cheney. L’America ieri è infatti tornata a tremare quando la centralissima Times Square di New York è stata evacuata per ore per un furgone sospetto. E nel Paese monta la polemica sulla sicurezza, dopo la denuncia di Obama sulla crepa interna ai Servizi segreti che avrebbe consentito al giovane nigeriano, intenzionato a colpire il volo Delta, di agire indisturbato. Si attende un po’ di chiarezza dal rapporto atteso per oggi alla Casa Bianca. Secondo i più, Cia, Fbi e Dipartimento di Stato non avrebbero condiviso alcune informazioni in loro possesso. L’amministrazione Usa pensa ora ad una serie di rappresaglie sui luoghi dai quali è partito l’attentatore. Nel mirino, i campi di addestramento di Al Qaeda nello Yemen. Per il momento, il Pentagono è autorizzato dal governo di Sanaa ad effettuare solo raid aerei, non quindi previsto l’utilizzo di unità speciali sul terreno. Il fronte più caldo resta però l’Afghanistan dove si chiude l’anno più sanguinoso dall’intervento militare del 2001. I talebani hanno rivendicato l’attacco di ieri alla base americana Chapman, nella Provincia di Khost, dove un attentatore in divisa si è fatto esplodere uccidendo otto americani, agenti della Cia. Poche ore dopo, nella zona di Kandahar, cinque canadesi, quattro soldati e una giornalista al seguito, sono stati uccisi dallo scoppio di una mina che ha fatto saltare in aria il mezzo sul quale viaggiavano. Sempre nella zona di Kandahar, questa mattina i talebani hanno decapitato sei afghani accusati di spionaggio. Ed è ancora in attesa di conferma la notizia del rapimento di due francesi e due interpreti locali nelle provincia di Kapisa. Per alcune fonti si tratta di soldati, per altre di giornalisti. La situazione è resa incandescente anche dall’annuncio dell’ennesimo errore in un raid aereo delle forze Nato, avvenuto ieri nella provincia di Helmand. Secondo il governatore locale, le vittime del bombardamento sarebbero otto contadini impegnati nel lavoro dei campi. Questa tragedia potrebbe dare ulteriore respiro all’insurrezione talebana che ogni giorno guadagna slancio e intensità.

 
Mauritania
Al Qaeda nel Maghreb islamico ha diffuso attraverso internet nuove foto dei due italiani rapiti il 18 dicembre scorso in Mauritania. Il gruppo chiede all’Italia di non sostenere più le guerre in Iraq e Afghanistan, in cambio dell’incolumità degli ostaggi.

Russia: allarme terrorismo
Allarme terrorismo anche in Russia, dove i servizi segreti russi hanno messo in guardia la popolazione dalla possibilità di attentati a Mosca e in altre città. L'allerta va dalla notte di San Silvestro fino gli altri giorni festivi del lungo ponte di Capodanno, che per i russi si protrarrà fino al 10 gennaio, comprendendo anche il Natale ortodosso, che si celebrerà il 7. Indiziati sono in particolare quattro guerriglieri dei quali vengono forniti i nomi.

Iran: dimostrazioni e violenze
Andiamo in Iran, dove continua il braccio di ferro tra riformisti e sostenitori del regime. E le ultime notizie che giungono dalla Repubblica islamica parlano di nuovi, violenti, disordini. Il servizio è di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Proprio in queste ore, si registrano a Teheran i primi scontri tra riformisti e forze di sicurezza. Secondo quanto ha riferito un'emittente radiofonica molto vicina all'opposizione, tafferugli sono in corso in vari punti del centro della capitale, dove la polizia ha fatto ricorso ai lacrimogeni per disperdere i manifestanti, mentre testimoni riferiscono anche di altri assembramenti. Si sta concretizzando, dunque, la minaccia di un inasprimento della repressione contro i riformisti, così come annunciato nei giorni scorsi dalle forze di sicurezza iraniane. Centinaia di soldati e decine di mezzi corazzati, intanto, stanno arrivando a Teheran. Rischia di proseguire per giorni il braccio di ferro tra i sostenitori delle opposizioni, e quelli del governo, che ieri anch’essi sono scesi in piazza, rispondendo all’appello del presidente Ahmadinejad e che stamani si sono riuniti di fronte alla casa della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, per esprimere fedeltà nei suoi confronti. Da parte sua, uno dei leader dell’oposizione, Hossein Mussavi, aveva lanciato un forte appello, chiamando tutti i suoi sostenitori a raccolta, nel caso in cui si fosse verificato anche un solo arresto. Solo ieri, Ahmadinejad aveva avvertito l'opposizione che “non servirà il pentimento”; il giorno in cui la nazione “si muoverà - aveva detto - come un grande oceano” contro di essa. E il capo della polizia, Ismail Ahmadi-Moqaddam, aveva preannunciato che contro alcuni degli oppositori arrestati durante le manifestazioni saranno mosse precise accuse, quelle di guerra contro l’Islam, che prevedono addirittura la pena di morte.

 
Finlandia
Finlandia sotto shock per la strage avvenuta in un centro commerciale di Helsinki, dove questa mattina un uomo ha sparato contro la folla uccidendo quattro persone. L’omicida è stato ritrovato poche ore dopo senza vita nella sua abitazione nella capitale finlandese. Nella casa è stato ritrovato anche il corpo di una donna. Gli agenti sospettano che fosse la sua fidanzata e che il 44.enne l'abbia uccisa prima di togliersi la vita.

Unione Europea
Allo scoccare della mezzanotte, questa sera, ci sarà il passaggio di consegne alla presidenza di turno europea tra Svezia e Spagna. Una tappa storica, in quanto sarà la prima dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che ha ridisegnato le istituzioni europee. Cosa cambia, a questo punto, per l’Ue? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Federiga Bindi, titolare della cattedra Jean Monnet presso l’Università Tor Vergata di Roma:RealAudioMP3

R. - La prima novità è che ci sarà il cosiddetto presidente per l’Unione Europea, mister Herman Van Rompuy, l’ex primo ministro belga, che deciderà dell’Unione e del Consiglio europeo e rappresenterà l’Unione Europea all’estero. Ci sarà, se vogliamo, un volto stabile. La seconda novità è che c’è un ministro degli Esteri a tutti gli effetti, che è Catherine Ashton, ex commissario europeo e adesso anche vicepresente della Commissione. Per la prima volta, potremo parlare di una vera e propria politica estera dell’Unione Europea.

 
D. - Tra gli obiettivi della presidenza spagnola, c’è quella di garantire la ripresa economica dell’Europa attraverso un maggior coordinamento di tutti gli Stati membri. Riuscirà Madrid nel suo intento?

 
R. - In realtà, si è già fatto molto, perché l’Unione Europea, i Paesi europei, si sono mossi insieme fin dall’inizio della crisi. Rimangono ancora alcuni salti di qualità da fare e il comprendere pienamente il fatto che, quando si parla di Unione Europea, si parla di politiche domestiche e cioè degli Stati membri e non di politica estera.

 
D. - Resta, inoltre, in primo piano la questione allargamento dell’Unione ad altri Paesi: la Turchia, ad esempio, spera di veder accelerare i negoziati per la propria ammissione, nel corso del 2010. Ci saranno dei passi in avanti su questo fronte?

 
R. - La Turchia andrà avanti, ma sul fatto che sia una cosa veloce, c’è qualche dubbio. Ci vorranno molti anni. Il primo Paese che ha delle chance concrete di entrare è la Croazia - ed è molto importante che venga dato questo segnale ai Balcani - e anche l’Islanda.

 
D. - Il 2010 che sta per entrare che anno sarà per l’Unione Europea? Che cosa possiamo prevedere?

 
R. - In realtà, è l’anno delle scelte, perché il Trattato di Lisbona stabilisce molte cose, ma sono più quelle che omette rispetto a quelle afferma e che faranno la differenza. In questo momento, assistiamo ad un arroccamento di alcuni Stati, specie quelli grandi, che non vogliono assolutamente concedersi e concedere alla diplomazia europea, mentre quelli piccoli e quelli medi stanno spingendo maggiormente per una diplomazia europea potente. Come si comporterà l’Unione Europea nelle piccole decisioni tecniche, determinerà se un domani l’Unione Europea avrà un peso o no.

 
Cina arresti
Quattro cittadini stranieri sarebbero stati arrestati nel sud della Cina con un grosso quantitativo di eroina e rischiano la condanna a morte. Lo riferisce un quotidiano di Hong Kong, senza tuttavia precisare la nazionalità delle persone coinvolte. Solo due giorni fa, si era consumata la controversa esecuzione capitale di un cittadino britannico condannato per narcotraffico.

Rapporto giornalisti uccisi
Settantasei giornalisti uccisi nel 2009, il 26% in più rispetto al 2008. Inoltre, 33 rapiti, 573 arrestati (-14%) e quasi 1500 aggrediti o minacciati. Sono solo alcuni dei numeri emersi dal rapporto annuale di “Reporters sans frontieres” sulla libertà di stampa nel 2009. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 365

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