Afghanistan: uccisi 8 agenti della Cia e 5 canadesi
Il 2009 si conclude con l’acuirsi dell’attività del terrorismo di matrice islamica.
In Afghanistan, in queste ultime ore dell’anno, la violenza della guerriglia ha preso
di mira obiettivi delle forze internazionali con un bilancio di 13 morti. Il terrore
torna anche negli Stati Uniti, dove ieri è stata sgomberata Times Square a New York
per un furgone sospetto, mentre è atteso per oggi il rapporto preliminare sul fallito
attentato di pochi giorni fa sul volo Amsterdam-Detroit. Intanto, il Pentagono si
appesta a compiere nuovi raid sulle roccaforti di Al Qaeda nello Yemen. Il punto nel
servizio di Marco Guerra:
I drammatici
eventi che chiudono il 2009 sembrano confermare quella guerra al terrorismo prevista
dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Cheney. L’America ieri è infatti tornata
a tremare quando la centralissima Times Square di New York è stata evacuata per ore
per un furgone sospetto. E nel Paese monta la polemica sulla sicurezza, dopo la denuncia
di Obama sulla crepa interna ai Servizi segreti che avrebbe consentito al giovane
nigeriano, intenzionato a colpire il volo Delta, di agire indisturbato. Si attende
un po’ di chiarezza dal rapporto atteso per oggi alla Casa Bianca. Secondo i più,
Cia, Fbi e Dipartimento di Stato non avrebbero condiviso alcune informazioni in loro
possesso. L’amministrazione Usa pensa ora ad una serie di rappresaglie sui luoghi
dai quali è partito l’attentatore. Nel mirino, i campi di addestramento di Al Qaeda
nello Yemen. Per il momento, il Pentagono è autorizzato dal governo di Sanaa ad effettuare
solo raid aerei, non quindi previsto l’utilizzo di unità speciali sul terreno. Il
fronte più caldo resta però l’Afghanistan dove si chiude l’anno più sanguinoso dall’intervento
militare del 2001. I talebani hanno rivendicato l’attacco di ieri alla base americana
Chapman, nella Provincia di Khost, dove un attentatore in divisa si è fatto esplodere
uccidendo otto americani, agenti della Cia. Poche ore dopo, nella zona di Kandahar,
cinque canadesi, quattro soldati e una giornalista al seguito, sono stati uccisi dallo
scoppio di una mina che ha fatto saltare in aria il mezzo sul quale viaggiavano. Sempre
nella zona di Kandahar, questa mattina i talebani hanno decapitato sei afghani accusati
di spionaggio. Ed è ancora in attesa di conferma la notizia del rapimento di due francesi
e due interpreti locali nelle provincia di Kapisa. Per alcune fonti si tratta di soldati,
per altre di giornalisti. La situazione è resa incandescente anche dall’annuncio dell’ennesimo
errore in un raid aereo delle forze Nato, avvenuto ieri nella provincia di Helmand.
Secondo il governatore locale, le vittime del bombardamento sarebbero otto contadini
impegnati nel lavoro dei campi. Questa tragedia potrebbe dare ulteriore respiro all’insurrezione
talebana che ogni giorno guadagna slancio e intensità.
Mauritania Al
Qaeda nel Maghreb islamico ha diffuso attraverso internet nuove foto dei due italiani
rapiti il 18 dicembre scorso in Mauritania. Il gruppo chiede all’Italia di non sostenere
più le guerre in Iraq e Afghanistan, in cambio dell’incolumità degli ostaggi.
Russia:
allarme terrorismo Allarme terrorismo anche in Russia, dove i servizi segreti
russi hanno messo in guardia la popolazione dalla possibilità di attentati a Mosca
e in altre città. L'allerta va dalla notte di San Silvestro fino gli altri giorni
festivi del lungo ponte di Capodanno, che per i russi si protrarrà fino al 10 gennaio,
comprendendo anche il Natale ortodosso, che si celebrerà il 7. Indiziati sono in particolare
quattro guerriglieri dei quali vengono forniti i nomi.
Iran: dimostrazioni
e violenze Andiamo in Iran, dove continua il braccio di ferro tra riformisti
e sostenitori del regime. E le ultime notizie che giungono dalla Repubblica islamica
parlano di nuovi, violenti, disordini. Il servizio è di Giancarlo La Vella:
Proprio
in queste ore, si registrano a Teheran i primi scontri tra riformisti e forze di sicurezza.
Secondo quanto ha riferito un'emittente radiofonica molto vicina all'opposizione,
tafferugli sono in corso in vari punti del centro della capitale, dove la polizia
ha fatto ricorso ai lacrimogeni per disperdere i manifestanti, mentre testimoni riferiscono
anche di altri assembramenti. Si sta concretizzando, dunque, la minaccia di un inasprimento
della repressione contro i riformisti, così come annunciato nei giorni scorsi dalle
forze di sicurezza iraniane. Centinaia di soldati e decine di mezzi corazzati, intanto,
stanno arrivando a Teheran. Rischia di proseguire per giorni il braccio di ferro tra
i sostenitori delle opposizioni, e quelli del governo, che ieri anch’essi sono scesi
in piazza, rispondendo all’appello del presidente Ahmadinejad e che stamani si sono
riuniti di fronte alla casa della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, per esprimere
fedeltà nei suoi confronti. Da parte sua, uno dei leader dell’oposizione, Hossein
Mussavi, aveva lanciato un forte appello, chiamando tutti i suoi sostenitori a raccolta,
nel caso in cui si fosse verificato anche un solo arresto. Solo ieri, Ahmadinejad
aveva avvertito l'opposizione che “non servirà il pentimento”; il giorno in cui la
nazione “si muoverà - aveva detto - come un grande oceano” contro di essa. E il capo
della polizia, Ismail Ahmadi-Moqaddam, aveva preannunciato che contro alcuni degli
oppositori arrestati durante le manifestazioni saranno mosse precise accuse, quelle
di guerra contro l’Islam, che prevedono addirittura la pena di morte.
Finlandia Finlandia
sotto shock per la strage avvenuta in un centro commerciale di Helsinki, dove questa
mattina un uomo ha sparato contro la folla uccidendo quattro persone. L’omicida è
stato ritrovato poche ore dopo senza vita nella sua abitazione nella capitale finlandese.
Nella casa è stato ritrovato anche il corpo di una donna. Gli agenti sospettano che
fosse la sua fidanzata e che il 44.enne l'abbia uccisa prima di togliersi la vita.
Unione
Europea Allo scoccare della mezzanotte, questa sera, ci sarà il passaggio di
consegne alla presidenza di turno europea tra Svezia e Spagna. Una tappa storica,
in quanto sarà la prima dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che ha ridisegnato
le istituzioni europee. Cosa cambia, a questo punto, per l’Ue? Salvatore Sabatino
lo ha chiesto a Federiga Bindi, titolare della cattedra Jean Monnet presso
l’Università Tor Vergata di Roma:
R. - La prima
novità è che ci sarà il cosiddetto presidente per l’Unione Europea, mister Herman
Van Rompuy, l’ex primo ministro belga, che deciderà dell’Unione e del Consiglio
europeo e rappresenterà l’Unione Europea all’estero. Ci sarà, se vogliamo, un volto
stabile. La seconda novità è che c’è un ministro degli Esteri a tutti gli effetti,
che è Catherine Ashton, ex commissario europeo e adesso anche vicepresente
della Commissione. Per la prima volta, potremo parlare di una vera e propria politica
estera dell’Unione Europea.
D. - Tra gli obiettivi
della presidenza spagnola, c’è quella di garantire la ripresa economica dell’Europa
attraverso un maggior coordinamento di tutti gli Stati membri. Riuscirà Madrid nel
suo intento?
R. - In realtà, si è già fatto molto,
perché l’Unione Europea, i Paesi europei, si sono mossi insieme fin dall’inizio della
crisi. Rimangono ancora alcuni salti di qualità da fare e il comprendere pienamente
il fatto che, quando si parla di Unione Europea, si parla di politiche domestiche
e cioè degli Stati membri e non di politica estera.
D.
- Resta, inoltre, in primo piano la questione allargamento dell’Unione ad altri Paesi:
la Turchia, ad esempio, spera di veder accelerare i negoziati per la propria ammissione,
nel corso del 2010. Ci saranno dei passi in avanti su questo fronte?
R.
- La Turchia andrà avanti, ma sul fatto che sia una cosa veloce, c’è qualche dubbio.
Ci vorranno molti anni. Il primo Paese che ha delle chance concrete di entrare è la
Croazia - ed è molto importante che venga dato questo segnale ai Balcani - e anche
l’Islanda.
D. - Il 2010 che sta per entrare che
anno sarà per l’Unione Europea? Che cosa possiamo prevedere?
R.
- In realtà, è l’anno delle scelte, perché il Trattato di Lisbona stabilisce molte
cose, ma sono più quelle che omette rispetto a quelle afferma e che faranno la differenza.
In questo momento, assistiamo ad un arroccamento di alcuni Stati, specie quelli grandi,
che non vogliono assolutamente concedersi e concedere alla diplomazia europea, mentre
quelli piccoli e quelli medi stanno spingendo maggiormente per una diplomazia europea
potente. Come si comporterà l’Unione Europea nelle piccole decisioni tecniche, determinerà
se un domani l’Unione Europea avrà un peso o no.
Cina
arresti Quattro cittadini stranieri sarebbero stati arrestati nel sud della
Cina con un grosso quantitativo di eroina e rischiano la condanna a morte. Lo riferisce
un quotidiano di Hong Kong, senza tuttavia precisare la nazionalità delle persone
coinvolte. Solo due giorni fa, si era consumata la controversa esecuzione capitale
di un cittadino britannico condannato per narcotraffico.
Rapporto giornalisti
uccisi Settantasei giornalisti uccisi nel 2009, il 26% in più rispetto al 2008.
Inoltre, 33 rapiti, 573 arrestati (-14%) e quasi 1500 aggrediti o minacciati. Sono
solo alcuni dei numeri emersi dal rapporto annuale di “Reporters sans frontieres”
sulla libertà di stampa nel 2009. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 365
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.