Anche in Turchia, come in altri Paesi non cristiani, il Natale ha un fascino particolare.
Lo dimostra la partecipazione dei musulmani alle liturgie che si tengono nelle chiese
di Istanbul, di Meryem Ana (Efeso), di Iskenderun, di Antakya (Antiochia) e di Mardin
per i caldei e i siro-ortodossi, gli unici al mondo a usare l’aramaico, la lingua
parlata da Gesù. Anche quest’anno i musulmani si sono uniti ai cattolici del luogo
e ai turisti che hanno affollato la chiesa di Sant'Antonio a Istanbul, dove la Messa
di mezzanotte è accompagnata da canti ascoltati in religioso silenzio da gente che
arriva anche dall’oriente del Paese. Al santuario mariano nazionale di Meryem Ana
(Efeso) la liturgia si è tenuta in turco, inglese e italiano. Padre Mesut Kalaycı,
cappuccino, ha spiegato ai fedeli il significato della festa e l’importanza che essa
ha per i cattolici, la gioia che da essa deriva anche per i non cattolici: la nascita
di un bambino, infatti, è motivo di letizia e di speranza per tutti. Ad Antakya la
Messa è stata celebrata, com’è ormai tradizione, nella Grotta di San Pietro, presieduta
dal vicario apostoloico mons. Luigi Padovese, e preceduta da una recita fatta dai
bambini. Le autorità cittadine, prefetto, sindaco e capo della polizia, hanno portato
personalmete gli auguri alle comunità cattolica e ortodossa, liete di convidere con
loro una ricorrenza così significativa. Identiche cerimonie si sono tenute a Izmir,
presiedute dall’arcivescovo mons. Ruggero Franceschini; a Iskenderun, sede del vicariato
apostolico dell’Anatolia; a Mersin; a Mardin per i caldei, e nel Monastero siriaco
Dayrulzafaran, sempre a Mardin, per i siro-ortodossi. Il prefetto della città ha
presentato loro gli auguri, lamentando che molti siriaci abbiano abbandonato la zona,
dove sarebbe augurabile che tornasse anche il Patriarca, che dal 1932 vive a Damasco.
Centinaia di ortodossi, provenienti anche dalla Grecia, hanno partecipato alla liturgia
natalizia al Phanar, presieduta da Sua Santità Bartolomeo I. Sull’onda delle festività
natalizie, il Ministro del Culto e del Turismo ha fatto sapere che nella chiesa armena
Sourp Khatch, che si trova nell’isola di Akhtamar (lago di Van), e in quella del monastero
di Sumela, nelle vicinanze di Trabzon (Mar Nero), si potrà celebrare la liturgia solo
una volta l’anno perché, secondo il Ministro, il monastero di Sumela, che sarà aperto
al turismo religioso, non faceva parte dei luoghi di culto autorizzati dallo Stato.
Tuttavia, per favorire la libertà di religione e riparare alle lamentele di 500 greci
che il 15 agosto non hanno potuto celebrare l’Eucaristia nel santuario, sarà permessa
le celebrazione una volta l’anno. (A cura di p. Egidio Picucci)