Lo Yemen, nuovo fronte della lotta al terrorismo. Arrestati nel Paese 29 affiliati
ad Al Qaeda
Il fallito attentato all’aereo negli Stati Uniti ha portato a puntare i riflettori
sullo Yemen dove il giovane nigeriano si sarebbe procurato l’esplosivo e avrebbe ricevuto
e le istruzioni per l’assemblaggio. Proprio oggi in Yemen, sono stati arrestati 29
uomini sospettati di essere membri di al Qaida e le autorità hanno preannunciato altre
operazioni contro l'organizzazione terroristica. Secondo il New York times, nel paese
della penisola araba gli Usa avrebbero aperto un nuovo fronte di lotta al terrorismo,
anche con l’addestramento di forze di sicurezza locali. Debora Donnini ha intervistato
Maurizio Calvi, presidente del Ceas, Centro Alti studi per la Lotta al terrorismo:
R. – Se è accaduto
questo fatto lo si deve essenzialmente alle maglie che si sono aperte nella lotta
al terrorismo islamico. Il governo yemenita è alleato con il governo degli Stati Uniti
e nonostante ciò lo Yemen ha un’area non sotto controllo e dalla quale provengono
ovviamente le minacce alla Comunità internazionale. Non vi è dubbio che lo Yemen e
la Somalia siano Stati nei quali si concentrino, dal punto di vista territoriale,
masse fortissime jihadiste. Il problema è che si tratta anzitutto di cellule – come
io le definisco – di "cani sciolti", anche se debbo ritenere che il tentativo di attentato
sull’aereo diretto a Detroit abbia visto non solo la presenza di questo nigeriano,
ma anche la possibilità che questo nigeriano sia stato accompagnato sia nella concertazione,
sia nella formazione, a livelli più alti di alleanze. Di questo non vi è dubbio.
D.
– Si è fatto il nome di Anwar al-Awlaki, l’imam che si troverebbe nello Yemen e che
avrebbe legami anche con Nidal Malik Hasan, il maggiore dell’esercito americano autore
della strage di Fort Hood in Texas, compiuta in novembre e nella quale sono morte
13 persone. Questo Anwar al-Awlaki potrebbe essere una nuova figura di spicco di Al
Qaeda?
R. - Anwar al-Awlaki, secondo analisi che abbiamo fatto, è l’espressione
più alta oggi dell’organizzazione di Al Qaeda nel mondo. E’ lui la persona su cui
si debbono concentrare le maggiori attenzioni.
D. – Il governo dello Yemen
è alleato con gli Stati Uniti e il nome del giovane nigeriano era segnalato. Cosa
non ha funzionato?
R. – Se è accaduto questo lo si deve essenzialmente ad un
rallentamento dell’azione di prevenzione e di contrasto al terrorismo internazionale
e soprattutto dell’elemento di prevenzione, perché bastavano 3-4 piccoli controlli.