Cina. La lettera del vescovo di Shanghai: “Siate come Matteo Ricci”
In occasione delle celebrazioni per i 400 anni dalla morte del missionario Matteo
Ricci, previsti per l’11 maggio 2010 a Pechino, il vescovo di Shanghai, Aloysius Jin
Luxian, ha scritto una lettera alla comunità cattolica affinché impari dall’esempio
del gesuita. È questo, riferisce Asianews, il contenuto del messaggio natalizio "Il
canto di Li Matou", nome cinese del padre gesuita Matteo Ricci, che condusse in Cina
un’intensa vita di preghiera nonostante il pesante lavoro quotidiano, e tradusse molte
opere in cinese con la collaborazione di un altro missionario letterato, Xu Guangqi.
La fede in Dio, l’amore per la cultura cinese, il rispetto per insegnanti e amici:
sono queste le qualità di Matteo Ricci che il presule invita i fedeli a seguire, richiamandoli
a esaminare i propri atti ogni giorno e a studiare sodo per rimanere alla pari con
il mondo che cambia, “senza perdere tempo davanti alla televisione o al computer”.
Nella lettera, il vescovo, sottolinea lo stile del missionario nei rapporti tra la
Cina e l’occidente, la sua amicizia con i cinesi ed elenca le opere scritte o tradotte
da Matteo Ricci. E conclude con una frase emblematica del gesuita: “In Cina sii cinese,
non permettere che i cinesi diventino come stranieri”. (R.B.)