Addio a Carlo Sgorlon, cantore del Friuli: martedì i funerali
Si è spento a Udine il giorno di Natale lo scrittore Carlo Sgorlon, all'età di 79
anni, al termine di un lungo periodo di ricovero in ospedale. Autore di grande intensità
lirica, è stato sempre fedele ad una poetica che privilegiava la sacralità del mondo
e dell’uomo. Molto ampia la sua produzione letteraria, in cui spiccano la vita contadina
friulana, il dramma delle guerre mondiali e le storie degli emigrati. “Il vento nel
vigneto” è stata la sua prima opera, pubblicata nel 1960. Un grande successo fu poi
“Il trono di legno”, grazie al quale vinse il premio Campiello nel 1973, un romanzo
intriso di sentimenti ecologici e di immedesimazione con la sacralità della natura.
Nel 1985 Sgorlon si aggiudicò il premio Strega con “L'armata dei fiumi perduti”. Nel
suo ultimo libro, “La penna d'oro” edito da Morganti, Sgorlon ha raccontato senza
veli, con ironia e disincanto, se stesso e i suoi rapporti con il mondo letterario,
spesso difficili, confessando l'amarezza per il suo isolamento dagli altri scrittori
e per non esser stato “ricambiato in forme piene e convinte” da quel Friuli a cui
riconosceva la matrice della sua creatività, ma che avvertiva alquanto disattento
nei suoi confronti. Sgorlon ha sempre rivendicato un carattere di forte moralità alla
propria letteratura e una fedeltà al suo mondo e alla sua verità, di cui ha voluto
essere cantore umile e semplice, anche se molto appassionato. I funerali sono stati
fissati per martedì alle ore 12 nella chiesa di San Quirino, nel capoluogo friulano.
(A cura di Alessandra De Gaetano)