2009-12-25 15:34:01

Repubblica Centrafricana: l’acqua della pace, dono di Natale in un villaggio stremato dalla guerra


“Mentre nell’Occidente opulento – scrive dalla Repubblica Centrafricana il padre cappuccino Cipriano - ci si scambia auguri convenzionali di pace e di serenità, e si preparano piani che spesso vanno a scapito dei poveri e degli immigrati, mettendo le premesse di una violenza che cresce con i giorni, da uno sperduto villaggio africano, che non troverete su nessuna carta geografica, posso mandare una 'lieta notizia' che sa di miracoloso. Sono sei mesi che qui non si spara più e lunedì scorso è accaduto un fatto bellissimo: ci siamo trovati a Borodoul, un grosso villaggio sulla strada dove i 'ribelli' al Governo hanno bruciato le case, perché i giovani avevano rifiutato di arruolarsi con loro; da tutti i villaggi distrutti dal fuoco è venuta gente con i loro 'mokundji' (capi), e tutti i 'ribelli' sono venuti per parlare della pace. Ho cominciato io con una preghiera: 'Dio è la nostra forza e il nostro coraggio - ho detto – e non si può vivere come bestie braccate, sempre in fuga, pieni di paura. Quando si è violenti non si ha mai ragione, ma è impossibile ammetterlo, se non c’è la luce di Dio: una stella'. Poi ci siamo detti in verità tutto ciò che avevamo nel cuore: tutti avevano la loro sofferenza sepolta nel cuore ed è venuta fuori, facendo anche male. Alla fine è stata portata una grande bacinella d’acqua e tutti ci siamo lavati le mani, anche coloro che da mesi le avevano sporche di sangue, e ci siamo abbracciati. Con quell’acqua è stato poi asperso tutto il villaggio, anche le case bruciate, perché tutto fosse lavato da un nuovo battesimo, e potesse rifiorire. Poi si è danzato fino a sera. Questa è stata la nostra preparazione a un Natale che nessuno dimenticherà più”. (A cura di padre Egidio Picucci)







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