Sempre più diffuso in Cina il clima delle feste natalizie
Da qualche anno anche la Cina presenta in questo periodo, soprattutto nelle grandi
città, un clima natalizio. Si tratta indubbiamente di una novità caratterizzata da
aspetti consumistici ed esteriori, ma dai quali trapela timidamente il significato
del Natale. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Francesco Sisci, corrispondente
da Pechino per il quotidiano La Stampa:
R. – E’ un
po’ l’opposto di quello che succede da noi. Da noi, l’impegno consumistico nasconde
l’aspetto religioso; viceversa, qui è come se attraverso il fenomeno di mercato in
realtà entrasse anche il fenomeno religioso, perché non è un mistero per nessuno anche
qui in Cina che il Natale ha una valenza cristiana molto forte.
D.
– Come si manifestano, se ci sono, i simboli religiosi legati al Natale?
R.
– Il simbolo del Natale, qui, è l’albero. C’è poi Babbo Natale … e altri aspetti laici
del Natale. Però, certo, cominciano a vedersi alcune Croci: in qualche modo, i simboli
laici diventano il punto di leva per poi, invece, parlare anche di religione. Ed è
interessante perché le autorità sanno che il Natale ha un valore religioso, e non
è un mistero per nessuno, questo.
D. – Questa esperienza
di clima natalizio in Cina che cosa rappresenta?
R.
– Secondo me, significa l’eliminazione di un bando, di una proibizione, di una censura.
Fino ad un paio di anni fa, c’era una censura per tutte le celebrazioni e le manifestazioni
di carattere religioso. Oggi, questo bando è stato eliminato il che non significa,
naturalmente, che la Cina diventi un Paese religioso dall’oggi al domani, ma di certo
c’è un valore specifico molto importante e cioè che le feste religiose non sono più
proibite e che, anzi, possono entrare a far parte di un grande apparato di feste,
di celebrazioni per lo più laiche, ma in cui la religione ha un suo posto. Quindi,
è una promozione culturale secondo me molto, molto importante proprio perché prima
non c’era.