Cattolici spagnoli: no all’imposizione ideologica dell’aborto come diritto
Dopo l’approvazione della nuova legge sull’interruzione di gravidanza, la Confederazione
cattolica dei genitori degli alunni (Concapa) proporrà ai genitori e ai docenti l'obiezione
di coscienza e la denuncia davanti ai tribunali se verranno costretti a insegnare
nelle scuole l’aborto come diritto, secondo quanto previsto del disegno di Legge organica
sulla salute sessuale e riproduttiva, approvato giovedì dalla maggioranza socialistà
alla Camera dei deputati. In un comunicato ripreso dall'agenzia Zenit, le associazioni
di genitori della Confederazione hanno avvertito che prenderanno questa misura “se
si costringerà a insegnare ai nostri figli che l'aborto è un diritto e non un crimine,
o si imporrà un'educazione affettivo-sessuale contraria alle nostre convinzioni filosofiche
religiose o morali”, puntualizza il comunicato. “La maggior parte delle famiglie spagnole
non ammetterà che si imponga per legge o per decreto quali devono essere i nostri
valori o le nostre credenze, perché difendiamo il rispetto della pluralità e della
libertà ideologica”, aggiunge il testo. Per la Concapa, “questa nuova legge sull'aborto
presuppone un totale passo indietro, visto che riconosce l'obiezione di coscienza
solo a una parte del personale sanitario, mantiene l'aborto libero fino alla 14ma
settimana, a partire dai 16 anni di età senza il consenso dei genitori se la ragazza
sostiene in modo fondato che questo le provocherà un conflitto grave”, e “richiede
un unico medico per realizzare l'aborto”. Secondo le associazioni di genitori confederate,
“questa legge si basa sulla promessa di diminuire il numero di aborti, cosa falsa
visto che è dimostrato che l'aborto non si risolve con più aborti”. La soluzione,
secondo i genitori cattolici, risiede in misure volte al sostegno della donna incinta
– con diritto alle conseguenti prestazioni – e la formazione dei genitori per l'educazione
dei figli in questo ambito perché le relazioni sessuali non vengano banalizzate. Anche
la Federazione spagnola delle Associazioni pro-vita ha espresso il rifiuto di “una
legge che nega il diritto alla vita dei più indifesi e trasforma in falso diritto
l'omicidio, l'abbandono delle donne e il calpestare la dignità professionale”. Critiche,
infine, dal Forum spagnolo per la Famiglia, secondo il quale la legge “è una delle
più radicali del mondo perché non si limita a non difendere il bambino non nato fino
a limiti insopportabili, ma configura ideologicamente il diritto all'aborto come parte
del diritto della donna alla salute e stabilisce meccanismi per imporre questa visione
in tutto il sistema educativo e sanitario spagnolo”. (M.G.)