Cina e Taiwan vicini a un importante accordo economico
Si sono svolti oggi nella città taiwanese di Taichung, i nuovi colloqui bilaterali
tra Repubblica popolare cinese e Taiwan, l’isola di fatto indipendente dal 1949 ma
che Pechino considera parte del proprio territorio. Obiettivo del vertice: negoziare
un futuro accordo economico, riguardante in particolare lo scambio dei prodotti agricoli
e una diversa tassazione degli investimenti. Col presidente taiwanese, Ma Ying-Jeou,
eletto nel maggio 2008, si è registrata una forte crescita delle relazioni con Pechino,
soprattutto sul piano commerciale. Sulle intese tra Cina continentale e Taiwan, Giada
Aquilino ha intervistato Fernando Mezzetti, esperto di Estremo Oriente:
R. - Queste
intese economiche avvengono in un deciso allentamento della tensione che c’è stata
negli ultimi anni tra Cina continentale e Taiwan. La Cina continentale non vuole alzare
la tensione, perché ha bisogno di sicurezza e di distensione nell’area per poter proseguire
nel suo sviluppo. Questo abbassamento di tensione è stato possibile dopo che a Taiwan
è stato estromesso dalla massima carica il presidente indipendentista, colui che perseguiva
cioè la proclamazione dell’indipendenza di Taiwan. Il partito nazionalista che fu
di Chiang Kai-Shek è tornato al potere a Taiwan con legittime elezioni e lo stesso
partito nazionalista ha istaurato rapporti più distesi con Pechino, che - a sua volta
- sa che il Koumintang persegue il principio di un’unica Cina.
D.
- Per alcuni, questi incontri possono quindi essere un ulteriore passo verso una graduale
integrazione, ma per i critici questi incontri potrebbero segnare una dipendenza più
accentuata dell’economia taiwanese da quella cinese…
R.
- Certamente, c’è questo rischio, ma Taiwan ha già una forte dose di integrazione
con Pechino. Taiwan stessa ha fatto enormi investimenti in Cina. Parlare di integrazione
sarebbe quindi esagerato, ma la componente di Cina continentale nell’economia di Taiwan
è già molto forte.
D. - Quindi verso quale strada
si va?
R. - Gli indirizzi politici sono diversi e
resteranno diversi. Ci sarà, però, questa intesa economica che si svilupperà e - a
meno di nuovi elementi traumatici - Pechino punta sui tempi lunghi alla riunificazione
e Taiwan non accetterà mai una riunificazione completa sia che l'isola venga guidata
dagli indipendentisti, sia dai nazionalisti del Koumintag.
Iran “Un
malinteso”. Così Teheran ha definito l'incidente di frontiera con l'Iraq avvenuto
sabato scorso, quando le truppe iraniane hanno occupato un'area petrolifera contesa
alla frontiera fra i due Paesi. Il portavoce del ministro degli Esteri ha detto che
i due Stati hanno raggiunto un “chiarimento” in una conversazione telefonica e ha
aggiunto che dovrebbe essere formata una commissione per affrontare la questione della
demarcazione dei confini. Si registrano invece nuove tensioni nei rapporti fra Iran
e Stati Uniti. In un’intervista alla tv americana ABC, il presidente, Ahmadinejad,
ha detto che il documento pubblicato sul quotidiano britannico Times, che descrive
gli sforzi di Teheran per mettere a punto un innesco per una bomba atomica, è un falso
prodotto da Washington. La notizia che l’Iran sta lavorando su un innesco è “fondamentalmente
non vera”, ha aggiunto il presidente iraniano.
Pakistan È di tre
morti e 17 feriti il bilancio dell’attentato kamikaze avvenuto questa mattina davanti
il club della stampa a Peshawar, nel nord del Pakistan. Secondo le autorità locali,
l’attentatore voleva entrare nell’edificio ma gli agenti di polizia all'ingresso lo
hanno fermato e l'uomo ha azionato l'esplosivo che aveva con sé.
Afghanistan Almeno
due talebani sono stati uccisi e diversi altri sono stati arrestati in una serie di
operazioni congiunte condotte dall’esercito afghano e le forze dell’Isaf in cinque
diverse provincie afghane. Vittime si registrano anche tra il contingente internazionale.
Ieri, il Ministero della difesa britannico ha reso noto che un soldato della Royal
Military Police è stato ucciso in una sparatoria nella provincia di Helmand.
Medio
Oriente In Israele, sono ore decisive per la sorte del caporale Ghilad Shalit,
nelle mani di Hamas dal giugno 2006. Il governo sta decidendo se liberare numerosi
detenuti palestinesi, responsabili di diverse stragi. Secondo la stampa israeliana,
la liberazione avverrà a condizione che gli uomini richiesti da Hamas siano poi espulsi
all'estero o confinati a Gaza per impedire una riorganizzazione della rete terroristica
in Cisgiordania. Al momento, si attende una risposta da parte di Hamas attraverso
il mediatore tedesco che in questi giorni fa la spola fra Gerusalemme e Gaza.
Arabia
Saudita Settantatré sauditi sono stati uccisi e 26 sono stati feriti dall’inizio
delle operazioni militari nel sud contro i ribelli zaidi yemeniti. Lo ha reso noto
oggi il ministro della Difesa saudita, il principe Khaled Ben Sultan Ben Abdel Aziz.
Clima Oggi
riunione dei ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea a Bruxelles, la prima dopo
il vertice di Copenhagen il cui risultato ha ricevuto aspre critiche da più parti.
Lo stesso segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha preso atto dei limiti dell'accordo
raggiunto, auspicando che il prossimo anno porti alla sigla di un trattato legalmente
vincolante. Di “accordo inferiore alle aspettative” ha poi parlato questa mattina
il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Salvatore Sabatino
ha chiesto a Giampiero Maracchi, climatologo del Centro nazionale delle ricerche
(Cnr), un parere sui risultati raggiunti nella capitale danese:
R. - Secondo
me, non si è trattato di un insuccesso, perché per la prima volta nelle sezioni di
preparazione ci sono stati una serie di documenti tecnici assolutamente importanti
e in cui si mette in evidenza che il problema non è fare un trattato, ma il problema
è quello di riuscire ad identificare il modello economico che permette di mantenere
lo stesso livello di benessere, ma modificando l’impatto ambientale. E questo - francamente
- è un problema che ha affrontato il Papa nella sua Enciclica, a cui io sono particolarmente
sensibile.
D. - L’obiettivo dei due gradi di aumento
massimo della temperatura la convince?
R. - Secondo
me, è proprio lì il problema e non è quello l’obiettivo. L’obiettivo è quello di riuscire
a capire quale modello permetta di ridurre le emissioni, mantenendo una condizione
di benessere nei Paesi industrializzati, così come nei Paesi in via di sviluppo.
D.
- Attendere ancora un anno o forse due per avere un accordo vincolante può creare
oggettivamente danni all’ambiente e peggiorare la situazione?
R.
- Secondo me, no, e insisto nel dire che il problema non è l’accordo. Io credo che
gli accordi si faranno sempre con grande difficoltà. Prima di fare un accordo, è necessario
capire come si fa. Alcuni documenti tecnici che sono stati presentati cominciano a
tracciare una strada ed è su quella strada lì che bisogna muoversi.
D.
- Professore, un parere di un tecnico che è stato a Copenaghen come lei: si può dire
che ha perso l’Europa viste le ambizioni con cui si era presentata?
R.
- Anche in questo caso ritengo di no, e questo perché ha presentato un ottimo rapporto
l’Agenzia europea per l’ambiente. E’ un documento sul quale si dovrà ragionare e,
a mio avviso, i mezzi di informazione che hanno una grande responsabilità verso i
cittadini dovrebbero focalizzarsi più sul documento che non sulla presenza di personalità
importanti come Obama o come il presidente della Cina o su altro. Non sono le loro
dichiarazioni, ma sono i documenti approvati e la linea di tendenza che comincia a
configurarsi che ha un senso.
Ue Serbia-Turchia Il
presidente serbo, Tadic, è a Stoccolma per presentare alla presidenza di turno svedese
dell’Ue la candidatura di Belgrado per l’ingresso nei 27. Intanto, ieri Bruxelles
ha aperto un nuovo capitolo negoziale con la Turchia che, già da tempo, ha chiesto
l’adesione all’Unione Europea.
Colombia Paura per la vita del governatore
del dipartimento colombiano di Cacheta, rapito a Florencia da un presunto commando
delle Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Gli uomini armati hanno assalito
la sua residenza privata lanciando granate e ingaggiando un pesante scontro a fuoco
con la scorta del governatore. Un agente sarebbe rimasto ucciso.
Obama su
riforma sanitaria “È una grande vittoria per il popolo americano". Così il
presidente Usa, Barak Obama, ha commentato il primo voto procedurale avvenuto ieri
al Senato che ha spianato la strada alla riforma sanitaria. Per oggi, è prevista un'altra
sessione di voto e per giovedì il via libera definitivo del senato.
Etiopia In
Etiopia, cinque dirigenti dell’opposizione sono stati condannati a morte per aver
ordito un complotto contro il governo. L’Alta corte federale di Addis Abeba li ha
accusati di aver organizzato un piano per assassinare esponenti dell’esecutivo. Deciso
il carcere a vita per altre 33 persone. (Panoramica internazionale a cura di Marco
Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LIII no. 356 E'
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