Vertice sul clima: Caritas e Cisde parlano di "accordo moralmente riprovevole"
"Un accordo debole e moralmente riprovevole che rappresenterà un disastro per le popolazioni
più povere del mondo". È una bocciatura senza appello il giudizio sui risultati del
Conferenza Onu sul clima, che si è chiusa sabato scorso a Copenaghen, espresso da
Caritas Internationalis e il Gruppo Cattolico Internazionale per lo Sviluppo e la
Solidarietà (Cisde). In un comunicato, ripreso da Zenit, Caritas sottolinea come gli
abitanti dei Paesi in via di sviluppo stiano già lottando con gli effetti dei cambiamenti
climatici. Ancora più duro Niamh Garvey, membro Cisde Trocaire/Caritas Irlanda: "L'accordo
proposto a Copenhagen non prevede gli impegni che la scienza ritiene necessari. Milioni
di persone stanno lottando per tenere la testa fuori dall'acqua mentre i leader politici
temporeggiano". La proposta, ha aggiunto Garvey "suggerisce un accordo non ambizioso
e non vincolante che vede i Paesi stabilire i propri obiettivi individuali basandosi
su ciò che si considera economicamente e politicamente fattibile più che su ciò che
è richiesto dalla scienza e dalla giustizia". L'accordo proposto non presenta, infatti,
dei termini temporali chiari per concludere un trattato giusto e legalmente vincolate
nei prossimi mesi. Nell'ultimo decennio, la mancanza di volontà politica ha ostacolato
gli sforzi internazionali di far fronte ai cambiamenti climatici, il cui impatto sui
Paesi in via di sviluppo è diventato sempre più preoccupante. Il Segretario Generale
del Cisde, Bernd Nilles, ha dichiarato dal canto suo che è inconcepibile che più di
100 leader mondiali riuniti per accordarsi in vista della risoluzione di un problema
mondiale abbiano fallito a raggiungere un impegno adeguato e vincolante. "Possono
chiamarlo un accordo storico, una dichiarazione, tutto ciò che vogliono - ha commentato
-. La realtà è che i leader hanno fallito nel fornire una soluzione concreta ed efficace.
Hanno perso questa opportunità storica per creare una via chiara e collettiva per
un futuro sostenibile". Secondo Caritas e Cisde, i Paesi sviluppati dovrebbero vergognarsi.
Le prove scientifiche e le analisi economiche, sostengono, mostrano chiaramente ciò
che le Nazioni ricche dovrebbero fare termini di riduzione delle emissioni e di sostegno
ai Paesi poveri. Il Segretario generale di Caritas Internationalis, Lesley Anne Knight,
mette invece l’accento sul “livello d’impegno mostrato dalle persone di tutto il mondo
nella corsa verso Copenhagen, che dimostra che la gente sostiene fermamente un forte
accordo sui cambiamenti climatici”. Per questo motivo “i leader devono ora stabilire
un termine per giungere a un accordo comprensivo e vincolante il prima possibile nei
mesi a venire”. Il Cisde e la Caritas credono che il mondo non debba accettare niente
che sia meno di un accordo giusto, ambizioso e legalmente vincolante che impegni i
Paesi sviluppati a ridurre le emissioni di gas serra di più del 40% entro il 2020
basandosi sui livelli del 1990. L'alleanza vuole anche che i Paesi ricchi contribuiscano
con 195 miliardi di dollari entro il 2020, oltre agli impegni già esistenti, per aiutare
i Paesi in via di sviluppo a utilizzare le tecnologie verdi e a difendersi dalle conseguenze
più gravi dei cambiamenti climatici. (M.G.)