2009-12-21 14:56:45

Bilancio di 45 anni del Sermig. Olivero: "il mondo si può cambiare"


"Una buona notizia: il mondo si può cambiare". È questo lo slogan lanciato dal Sermig, il Servizio Missionario Giovani, che in questi giorni traccia un bilancio dei primi 45 anni di attività. Il gruppo, che ha sede in un ex arsenale militare di Torino trasformato nel cosiddetto “Arsenale della pace”, ha come missione quella di favorire la pace e di sconfiggere la fame nel mondo. Al microfono di Claudio Cavallaro il fondatore Ernesto Olivero fa un resoconto dei traguardi raggiunti finora:RealAudioMP3

R. – A volte, per pudore, dico che il Sermig l’ha fondato Dio e che io cerco di non rovinarlo troppo. Non avrei mai immaginato un’avventura così particolare, straordinaria. Chi avrebbe immaginato che avremmo trasformato un arsenale militare in un arsenale di pace? Chi avrebbe immaginato che avremmo portato un po’ di sviluppo in 137 nazioni del mondo? Chi avrebbe immaginato che ogni giorno avremmo dato da dormire a duemila persone, avremmo dato tre o quattromila pasti al giorno? Questi 45 anni, quindi, sono uno stupore che sentiamo di dover donare a Dio, che ci ha inculcato sin da subito di essere totalmente della Chiesa.
 
D. – Qual è invece il primo progetto dei prossimi 45 anni?
 
R. – Per i giovani e con i giovani stiamo preparando un incontro all’Aquila il 28 agosto per invitare i grandi della terra per venire ad ascoltare i giovani. A me piacerebbe avere tanti responsabili del mondo, perché solo se i padri si riconciliano con i figli può esserci una nuova riconciliazione.
 
D. – Il Sermig è nato 45 anni fa dal suo sogno di sconfiggere la fame e di cercare con i giovani le vie della pace. Oggi, nonostante l’ottimo bilancio delle vostre attività, non vedete quest’obiettivo ancora troppo lontano?
 
R. – Noi crediamo che la fame nel mondo possa essere vinta in poco tempo se cambiamo in poco tempo la nostra vita e viviamo una vita più sobria.
 
D. – Qual è il messaggio del Sermig al mondo d’oggi?
 
R. – Lo slogan che tra poco lanceremo – e sono felice di lanciarlo attraverso la Radio Vaticana, perché la Radio Vaticana è un pezzo di Chiesa importante – è questo: “Il mondo si può cambiare, per sconfiggere l’odio, per sconfiggere le ingiustizie e per intravedere la bellezza dei giovani”.







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