Sri Lanka: a cinque anni dallo tsunami la vita riprende
Sono passati cinque anni dal 26 dicembre 2004, quando un terremoto di magnitudo 9,5
sulla scala Richter, al largo dell’isola di Sumatra, causò l’onda anomala che inghiottì
le coste di Sumatra stessa, ma anche di Thailandia, Sri Lanka e India meridionale.
Lo tsunami in questione è stato classificato come uno dei peggiori disastri naturali
della storia: 28mila vittime, 1,8 milioni di sfollati, uno stanziamento di fondi,
da parte della comunità internazionale, pari a 13,5 miliardi di dollari. “A cinque
anni dalla catastrofe la qualità della vita in alcune zone è più alta e i servizi
sono migliori rispetto all’epoca precedente lo tsunami”: è questo il bilancio positivo
che al microfono dell’agenzia Fides fa Oliver Muller di Caritas Germania che, insieme
con Unicef, Croce Rossa e Agenzia di aiuto della Chiesa luterana ha stanziato 330
milioni di euro per la ricostruzione. “Oggi ci sono scuole, servizi sanitari, pozzi.
Molti che in passato erano emarginati dalla società, oggi sono integrati e svolgono
un’attività economica che consente loro di sostenersi”. Il segreto della ripresa,
in quest’area, è stato il coinvolgimento delle comunità locali che si sono fatte protagoniste
della ricostruzione: “È stata l’occasione per un nuovo inizio, uno dei rari momenti
di unità senza ostacoli”, ricorda Muller, che lancia un appello: “Oggi i cambiamenti
climatici sono lo tsunami di domani: urge un impegno di tutta la comunità internazionale
per contrastarli”. (R.B.)