2009-12-20 15:48:01

Apprensione per i due italiani rapiti in Mauritania. Si segue la pista di Al Qaida


Non si hanno ancora notizie di una coppia di italiani, Sergio Cicala di 65 anni e la moglie Philomène Kabourée, originaria del Burkina Faso di 39, rapiti nella Mauritania sudorientale. Secondo fonti della sicurezza locali, dietro il sequestro si nasconderebbe la mano al Qaeda. La figlia della coppia ha rivolto un appello al ministro degli Esteri, Franco Frattini, perché “avvii urgentemente i contatti con i sequestratori”. Il servizio di Roberta Rizzo

Un gruppo di uomini armati, la notte scorsa, ha bloccato il minibus su cui viaggiavano i due italiani, lungo la strada che collega la città di Koben, (un migliaio di chilometri a sud-est di Nouakchott, capitale della Mauritania). Il pulmino è stato ritrovato dalla polizia locale a una ventina di chilometri al confine con il Mali occidentale. Le gomme a terra. La carrozzeria crivellata di proiettili. I bagagli della coppia erano ancora lì sul posto, insieme ad alcuni oggetti di valore. Nessuna traccia nemmeno dell’autista. Ora è massimo stato d’allerta per le forze di sicurezza del Paese africano secondo cui molti indizi condurrebbero alla rete terroristica di al Qaeda nel Maghreb islamico. La stessa che, tre settimane fa, ha rivendicato il rapimento, sempre in Mauritania, di 3 cooperanti di una Ong spagnola, ora prigionieri in Mali e di un francese di 61 anni, sequestrato un mese fa in un hotel della città malese di Menaka. I due italiani erano partiti a fine novembre da Carini, centro a pochi chilometri da Palermo, dove vivevano. Dopo una sosta in Mauritania avrebbero dovuto raggiungere in macchina il Burkina Faso, per andare a trovare i parenti della donna, originaria di quel Paese. L'ultimo contatto telefonico con la figlia della coppia risale a ieri sera. L'Unità di Crisi della Farnesina, in accordo con l'ambasciata d'Italia a Dakar e le autorità mauritane, sta seguendo il caso ed ha “attivati tutti i canali politici e diplomatici”. Compito non facile in quanto la zona, compresa tra la Mauritania orientale, il Mali settentrionale e l'Algeria meridionale, è in gran parte desertica e scarsamente controllata dalle autorità: qui sono attivi vari gruppi armati collegati alla rete locale di al Qaeda, una delle organizzazioni terroristiche più attive del nord Africa”.







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