Paura in Umbria dopo la scossa di terremoto. Con noi, l'arcivescovo di Perugia
Proseguono in Umbria gli interventi a sostegno degli sfollati dopo il terremoto di
magnitudo 5,3 della scala Richter che martedì scorso ha colpito la zona di Perugia.
La Caritas italiana ha stanziato un fondo di 50 mila euro per far fronte alle necessità
più urgenti. Diversi edifici sono gravemente danneggiati. Sono inagibili anche le
chiese di San Biagio della Valle e Spina. Fortunatamente non ci sono state vittime.
E’ quanto sottolinea, al microfono di Antonella Palermo, l’arcivescovo di Perugia
– Città della Pieve, mons. Gualtiero Bassetti, raggiunto telefonicamente ieri
pomeriggio nel comune di Marsciano, zona dell’epicentro del sisma.
R. – Innanzitutto,
devo ringraziare il Signore perché dopo una scossa così intensa nessuno è rimasto
ferito. Tutti si sono salvati. La zona è abbastanza circoscritta, però la scossa è
stata molto intensa. Quindi anche i danni sono notevoli, soprattutto per le abitazioni
di alcune frazioni.
D. - Che cosa le hanno detto
le persone che sono state costrette a lasciare le loro abitazioni? Quante sono queste
persone e dove si trovano adesso?
R. – Le persone
che hanno dovuto lasciare le abitazioni sono circa 500 e hanno passato queste due
notti presso i parenti, anche se sono state allestite delle strutture sportive, che
avrebbero anche potuto accoglierli tutti.
D. – Quale
è il loro stato d’animo?
R. – Quello di un grande
timore, anche perché è stata una scossa assai anomala, avvenuta in una zona dove non
era mai accaduto. Hanno addirittura paura che si possa ripetere. Quindi la gente per
ora è impaurita.
D. – Cosa dicono gli esperti?
R.
– I tecnici proprio non si esprimono, perché è la prima volta che succede in questa
zona. Si meravigliano dell’intensità. Secondo i tecnici doveva essere una zona dove
non doveva nemmeno accadere. Quindi, è tutto un po’ imprevedibile.
D.
– Lei cosa ha detto a queste persone?
R. – Ho detto
che non li abbandono. Si sono subito attivati i sacerdoti, stando vicino alle persone
e, anzi, io avevo invitato i sacerdoti della zona più colpita a venire a dormire a
Perugia, ma loro hanno preferito rimanere presso la gente, perché la gente si sente
molto confortata. E’ una zona di campagna, una zona rurale di religiosità popolare
e la gente è molto vicina alla Chiesa. Questo ci deve far capire la provvisorietà
di tutte le cose e che la nostra fiducia può essere soltanto in Dio. La grande speranza
del Natale è questa solidarietà: il Figlio di Dio che è stato totalmente solidale
con l’uomo, con ciascuno di noi, e quindi ci chiama a condividere questa solidarietà
in una fraternità totale. (Montaggio a cura di Maria Brigini)