Messa presieduta dal Papa per i 90 anni del cardinale Špidlik
Stamattina il Papa ha presieduto nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, una
celebrazione eucaristica con la Comunità del Centro "Aletti" di Roma, in occasione
del 90.mo compleanno del cardinale Tomas Špidlik. Ce ne parla Sergio Centofanti: Il
Papa, nella sua omelia, ha ricordato il lungo itinerario di pensiero del cardinale
Špidlik, teologo gesuita, nato il 17 dicembre 1919 a Boskovice (diocesi di Brno) in
Moravia - allora Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca - e celebre per i suoi numerosi
studi sulla spiritualità delle Chiese d'Oriente. Ha sempre comunicato “con ardore
e profonda convinzione – ha sottolineato Benedetto XVI - che il centro di tutta la
Rivelazione è un Dio Tripersonale e che, di conseguenza, l’uomo creato a sua immagine
è essenzialmente un mistero di libertà e di amore, che si realizza nella comunione:
il modo stesso di essere di Dio”: “Questa comunione non esiste
per se stessa, ma procede – come non si stanca di affermare l’Oriente cristiano –
dalle Persone divine che liberamente si amano. La libertà e l’amore, elementi costitutivi
della persona, non sono afferrabili per mezzo delle categorie razionali, per cui non
si può comprendere la persona se non nel mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo,
e nella comunione con Lui, che diventa accoglienza della ‘divinoumanità’ anche nella
nostra stessa esistenza”. Il cardinale Špidlik è
stato dunque cantore del mistero della libertà, lui che in gioventù aveva conosciuto
i lavori forzati, impostigli prima dai nazisti e poi dai comunisti. Ma la fedeltà
di Dio – ha aggiunto il Papa – si attua talora “attraverso vie tortuose e impreviste”.
In questo contesto il Pontefice si riferisce al Vangelo odierno che presenta la genealogia
di Gesù: accanto a Maria – nota – non vengono ricordate le grandi figure della storia
d’Israele: “Paradossalmente, invece, sono quattro donne pagane:
Racab, Rut, Betsabea, Tamar, che apparentemente ‘disturbano’ la purezza di una genealogia.
Ma in queste donne pagane, che appaiono in punti determinanti della storia della salvezza,
traspare il mistero della chiesa dei pagani, l’universalità della salvezza. Sono donne
pagane nelle quali appare il futuro, l’universalità della salvezza. Sono anche donne
peccatrici e così appare in loro anche il mistero della grazia: non sono le nostre
opere che redimono il mondo, ma è il Signore che ci dà la vera vita. Sono donne peccatrici,
sì, in cui appare la grandezza della grazia della quale noi tutti abbiamo bisogno”. Il
mistero della grazia è ben riproposto dagli stupendi mosaici della Cappella Redemptoris
Mater, opera del padre gesuita Marko Ivan Rupnik, direttore del Centro Aletti. E il
legame tra teologia ed arte è stato al centro degli studi del cardinale Špidlik,
ha ricordato il Papa che ha concluso citando Giovanni Paolo II quando 10 anni fa inaugurò
la Cappella: “L’immagine della Redemptoris Mater, che campeggia
nella parete centrale pone davanti ai nostri occhi il mistero dell’amore di Dio, che
si è fatto uomo per dare a noi, esseri umani, la capacità di diventare figli di Dio…
(E’ il) messaggio della salvezza e di gioia che Cristo, nato da Maria, ha portato
all’umanità”.