2009-12-17 14:59:27

L'ombra del fallimento sul vertice di Copenaghen. Barroso: no alla retorica nazionalista


Proseguono a ritmo serrato le trattative al vertice Onu sui cambiamenti climatici a Copenaghen. Il rischio fallimento è forte, ma si spera in una svolta finale. Oltre 120 i capi di Stato e di governo presenti nella capitale danese, tutti uniti per evitare che il summit si concluda senza risultati. Da Copenaghen, ci riferisce il nostro inviato Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Trentasei ore basteranno per raggiungere un accordo? A Copenaghen sono in molti a chiederselo; le 193 delegazioni che partecipano al più grande vertice Onu sul clima mai organizzato nella storia, proseguono le trattative in maniera serrata, ma l’ottimismo dei primi giorni sembra essere scomparso. Da più parti si vocifera che alla fine non verrà prodotto nessun accordo, ma solo una dichiarazione non vincolante, che vorrebbe dire – di fatto – il fallimento. A confermare le preoccupazioni espresse da più parti anche le dichiarazioni del cancelliere tedesco Angela Merkel, che da Berlino ha detto che ''le notizie provenienti da Copenaghen non sono buone'', chiedendo un impegno più concreto a Stati Uniti e Cina, al fine di evitare il blocco delle trattative, che provocherebbe conseguenze drammatiche per il pianeta. ''I negoziati stanno procedendo a passo di lumaca'', ha aggiunto il primo ministro australiano Kevin Rudd, sottolineando che la soluzione in questi casi potrebbe rimanere bloccata o ''subire una svolta finale''. Più rassicurante, invece, la posizione espressa dal segretario di Stato americano, Hillary Clinton, che in un’affollata conferenza stampa ha dichiarato che Washington è pronta a contribuire con gli altri Paesi industrializzati ad uno stanziamento di 100 miliardi di dollari per le economie in via di sviluppo. Un primo passo concreto, dunque, verso le richieste dei Paesi poveri, che da sempre si sono battuti per gli aiuti economici. Il capo della diplomazia statunitense ha, però, lanciato un monito a Pechino, chiedendo più trasparenza. Il premier cinese Wen Jiabao, che è arrivato ieri sera nella capitale danese, da parte sua ha sottolineato invece la ''determinazione'' e la ''sincerità'' con cui il suo Paese intende affrontare la lotta al cambiamento climatico. Poco fa, infine, ha tenuto un incontro con i giornalisti il segretario esecutivo della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici, l'olandese Yvo De Boer, che ha annunciato la disponibilità di Washington ad un trattato vincolante. E cresce, intanto, l’attesa per l’arrivo, domani, del presidente statunitense Barack Obama, il quale spera che la sua presenza al vertice danese sblocchi definitivamente la situazione.

 
“Senza rispetto del Creato non può esserci pace nel mondo”. A Copenhagen risuonano ancora le parole del Papa contenute nel Messaggio per la Giornata Mondiale della pace 2010. Dei valori e dell’impegno etici per la difesa ambientale, il nostro inviato al vertice sul clima Salvatore Sabatino ha parlato col presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso:RealAudioMP3

R. – I believe it is exactly...
Il tema dei cambiamenti climatici rappresenta un test in termini di responsabilità e di solidarietà globale. La crisi finanziaria a cui assistiamo dimostra il grado d’interdipendenza che lega tutti noi. E questa di Copenaghen è la prima occasione per dimostrare che possiamo lavorare in una direzione comune. Questo è lo spirito col quale siamo venuti qui. Ripeto quanto già più volte ribadito: in questo tipo di negoziati non possiamo permetterci di metterci gli uni contro gli altri. Occorre invece lavorare insieme perché siamo di fronte all’obiettivo comune del futuro del pianeta e della qualità della vita delle nuove generazioni. Dobbiamo smetterla con la tradizionale retorica legata ai singoli interessi nazionali in nome del senso di appartenenza ad una medesima comunità: abitiamo tutti sullo stesso pianeta. A parte alcuni temi specifici, qui trattati da un gruppo di esperti competenti, per il resto Copenaghen, lo ripeto, rappresenta un test importante per definire una risposta globale alle sfide globali del XXI secolo.







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