Guatemala: dichiarazione dei vescovi in occasione del Natale
Un forte “invito alla preghiera in occasione del Natale e dell’inizio del nuovo anno”.
È l’auspicio che i vescovi del Guatemala hanno rivolto ai cattolici del loro Paese.
I presuli hanno rinnovato il messaggio di augurio e di speranza, già più volte espresso,
in riferimento alla preoccupante situazione in cui versa oggi il Guatemala. “Per alcuni
cristiani, purtroppo - affermano i presuli - commemorare la nascita di Gesù si traduce
spesso nel lasciarsi intrappolare da comportamenti eccessivi come il consumismo sfrenato,
l’abuso di alcol e la mancanza di austerità nei comportamenti”. È necessario, spiegano
i vescovi, “recuperare il significato profondo del Natale” ricordando che “Dio si
fece uomo dando dignità umana ad un valore divino”. È in questo modo che "Cristo ci
ha insegnato il senso della vita cristiana”, che affonda le sue radici nella “condivisione
e nella generosità”. L’episcopato guatemalteco ha ricordato che al centro della ricorrenza
natalizia resta il valore della famiglia: i genitori e i figli, il focolare, dove
tutti possono essere amati e accolti perché poi l’intera società, famiglia delle famiglie,
sia anch’essa capace di accogliere tutti, soprattutto la vita che nasce. “Solo l’amore
di Dio, manifestato nell’esercizio della nostra carità e nella nostra pratica della
giustizia – si legge in un documento firmato dal presidente dell’episcopato, mons.
Vizcaíno Prado, vescovo di Suchitepéquez-Retalhuleu - può salvare il nostro Paese.
La nostra nazione sprofonda nella voragine degli assassini quotidiani, nei linciaggi,
nell’impunità crescente, nell’incertezza, nella disoccupazione e nelle sofferenze
dei migranti”. Il testo del prelato conclude sottolineando il dolore dei pastori di
fronte a queste realtà e rinnovando un accorato appello alla preghiera, ora e sempre.
“Dopo il Natale, che ricorda che Dio si incarnò in una famiglia” hanno aggiunto i
vescovi “celebreremo anche la festa della Sacra Famiglia” per rammentare l’importanza
“dell’istituzione familiare dove si assimilano i valori etici che guidano la libertà”
e che rappresenta “la scuola migliore per trasmettere un’affettività autentica e ricca
di valori”. Nel saluto conclusivo, i vescovi hanno ribadito come sia proprio la famiglia
il luogo “dove ogni persona impara a conoscere la sua dignità e a relazionarsi con
gli altri” e dunque a scoprire il volto di Gesù in ognuno di noi. (A cura di Luis
Badilla)