Filippine: la "Messa del Gallo" per la novena di Natale
Milioni di filippini hanno iniziato ieri il “Simbang Gabi”, o Messa del Gallo, la
tradizionale novena di preghiera in preparazione al Natale che coinvolge tutte le
parrocchie del Paese fino al 24 dicembre. Come riportato da AsiaNews la novena pone
particolare attenzione alla figura della Vergine Maria, ma quest’anno è dedicata soprattutto
alle vittime dei tifoni Ketsana e Parma che hanno sconvolto il Paese nei mesi scorsi. Tra
le più importanti e antiche celebrazioni della tradizione cattolica filippina, il
“Simbang Gabi” deve il suo nome alla Messa quotidiana che viene celebrata per nove
giorni prima dell’alba. Da alcuni anni il gesto coinvolge anche le comunità filippine
all’estero, dove risiedono oltre 10 milioni di lavoratori migranti. “Invito tutti
i cattolici a celebrare il Natale con generosità e solennità – ha affermato ieri alla
prima messa di novena il cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila – e ciò
proprio attraverso i nove giorni di preghiera del Simbang Gabi”. Oltre a condividere
questo momento di comunione, la tradizione vuole che i fedeli mangino insieme al termine
della messa cibi tradizionali a base di riso. L’arcidiocesi di Manila e altre sette
diocesi hanno organizzato insieme alla Caritas diverse iniziative come l’ “Hapag–Asa”
(tavolo della speranza), una raccolta di denaro e generi di prima necessità da distribuire
agli sfollati al termine della Messa. Su richiesta di molti fedeli le parrocchie hanno
anche attivato un servizio di “adozione” che dà alle famiglie dei rifugiati la possibilità
di ricevere un sostentamento quotidiano. La tradizione della “Messa del gallo”, è
stata introdotta dai missionari messicani giunti nelle Filippine, nel XVII secolo
circa. I religiosi celebravano la funzione alle quattro del mattino, quando il canto
del gallo annunciava il nuovo giorno, ciò per consentire ai contadini di seguire la
messa prima del lavoro nelle piantagioni di riso. L’usanza, un tempo quotidiana, si
è tramutata nei secoli diventando un saluto del mondo al “nuovo giorno”. (C.P.)