Messa del cardinale Comastri per i dipendenti vaticani: il vero Natale è avere un
cuore solo e un'anima sola
Solo nell’amore reciproco sarà vera la celebrazione del Natale: è quanto ha detto
questa mattina il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per
la Città del Vaticano, nella Messa celebrata in San Pietro, presso l’Altare della
Cattedra, per i dipendenti vaticani in vista delle festività natalizie. Il servizio
di Sergio Centofanti.
(musica)
Non
c’è Natale senza il suo protagonista: Dio che si fa bambino. Vivere una giornata di
buoni sentimenti vale a poco se non si coglie l’essenza del Mistero dell’Incarnazione.
Questo l’invito del cardinale Comastri:
“Dovremmo
uscire decisamente dallo spirito di competizione, di rivalità, di gelosia che è satanico,
per entrare nello spirito di Betlemme, lo spirito della semplicità che porta alla
stima reciproca e quindi a gesti di attenzione, di comprensione, di pazienza, di incoraggiamento
e di riconoscimento della presenza di Dio in chi ci sta accanto. Quanto sarebbe bello
se potessimo respirare questo clima! Non potete immaginare quanto diventerebbe bella
la nostra vita!”. Ma perché – si è chiesto il porporato – Gesù
è venuto nel mondo?
“Uno degli astronauti – Armstrong
– ha scritto: ‘La cosa strabiliante non è che l’uomo sia arrivato a camminare sulla
luna. La cosa strabiliante è che Dio sia arrivato a camminare sulla terra! Questo
è il vero prodigio!'. Ma cosa è venuto a fare? E’ venuto a portare una scintilla di
amore vero, di cui Dio è l’esclusivo proprietario e di cui il mondo – e mondo siamo
anche noi, ciascuno di noi – ha drammaticamente bisogno”. I
cristiani – ha detto il porporato - si riconoscono se c’è amore reciproco: nelle famiglie,
nelle parrocchie, nelle comunità. Soltanto se sono “un cuore solo e un’anima sola”
possono attrarre. E’ vedere l’amore di Dio negli uomini che converte altri uomini.
Ma come entrare in questo amore?
“Attraverso l’umiltà
che è la prima, basilare virtù, è la porta di ingresso del cristianesimo. Non potete
immaginare quanto sia importante l’umiltà, e quanto sia distruttivo l’orgoglio! Madre
Teresa diceva: ‘L’orgoglio è l’autostrada di Satana’. Ogni briciola di orgoglio è
una distanza tra noi e Dio, è un’opposizione tra noi e Dio. E non c’è Natale se non
ci si converte all’umiltà. Se non avviene questo cambiamento, il Natale è una pura
finzione. E’ un’offesa al mistero di Dio”. Nella Basilica di
Gerusalemme – ha concluso il cardinale Comastri – si entra per una porta molto bassa:
“Storicamente,
quella porta è stata fatta per impedire l’ingresso dei cammelli che talvolta i musulmani
spingevano dentro per disprezzo, ma oggi quella porta è diventata un simbolo: per
incontrare Dio bisogna abbassarsi. Bisogna buttar via un po’ d’orgoglio. Gettiamolo
via anche noi, tutti! E diventeremo un presepe vivente dove Gesù nasce ancora. E quando
accadrà questo, il nostro sguardo diventerà così limpido che ci accorgeremo che quelli
che ci stanno accanto non sono avversari, non sono dei rivali, ma sono dei fratelli.
E’ il mistero del Natale”. (musica)