Il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, sarà dimesso domani dall’ospedale
San Raffaele di Milano dove è ricoverato da domenica sera in seguito all’aggressione
subita in Piazza Duomo. Il suo medico personale gli ha prescritto due settimane di
riposo. L’aggressore Massimo Tartaglia ha confermato le proprie responsabilità durante
l'interrogatorio di convalida dell'arresto. I suoi avvocati hanno chiesto il ricovero
dell’uomo in una comunità terapeutica. Intanto, questa mattina alta tensione alla
Camera durante l’informativa del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Intanto, in
un messaggio che appare sul sito ufficiale del Pdl, Berlusconi ringrazia quanti gli
hanno inviato messaggi di vicinanza e di affetto, affermando: “Ripeto a tutti di
stare sereni e sicuri. L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio". Il servizio
di Giampiero Guadagni:
Il nuovo
appello di ieri sera del capo dello Stato alle forze politiche ad un confronto civile
sembra rimasto inascoltato. A Montecitorio questa mattina ha preso la parola Di Pietro
e i deputati del Pdl hanno lasciato l’aula. Il leader dell’Italia dei Valori, che
subito dopo l’aggressione al premier aveva accusato Berlusconi di istigare la violenza,
ha ribadito la sua posizione, sottolineando: sono le politiche della maggioranza ad
armare le mani. Replica Cicchitto, Pdl: la mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata
armata da una spietata campagna d’odio. I cui mandanti, afferma Cicchitto, sono lo
stesso Di Pietro, il giornale “Il Fatto quotidiano” e la trasmissione televisiva "Annozero".
Al capogruppo del Pdl alla Camera risponde il segretario del Pd, Bersani: c’è il
rischio che qualcuno si vesta da pompiere per fare l’incendiario. Ma Bersani, che
ieri aveva visitato in ospedale il premier, manda un messaggio anche a Di Pietro:
l’opposizione deve fare il suo ruolo e preparare l’alternativa ad un governo che deve
pensare a governare. Gli interventi al termine dell’informativa del ministro dell’Interno
Maroni, che teme una spirale emulativa e conferma l’ipotesi di oscurare i siti Internet
che diffondono messaggi di istigazione a delinquere. Il responsabile del Viminale
aggiunge che nessun rilevo è da fare sulla sicurezza alle forze dell’ordine di Milano.
Maroni sostiene la tesi della premeditazione da parte dell’aggressore Massimo Tartaglia,
che ieri ha inviato al premier una lettera di scuse per il suo gesto che definisce
vigliacco. Tartaglia assicura di aver agito da solo. Ma gli inquirenti cercano di
capire se l’uomo, psicolabile, sia stato invece manipolato da qualcuno. Al premier
intanto continuano ad arrivare auguri e solidarietà dai leader di tutto il mondo.
E ieri in un telegramma a firma del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, Benedetto
XVI ha indirizzato al presidente del Consiglio un messaggio in cui esprime conforto
e vicinanza.
Vertice di Copenaghen A Copenhagen, dove è in corso
il vertice mondiale sul clima, sono scoppiati nella notte nuovi scontri tra agenti
di polizia e attivisti no-global. In seguito all’intervento delle forze dell’ordine
sono state arrestate oltre 200 persone. In questo clima difficile continuano comunque
i lavori del vertice: domani si terrà il dibattito incentrato sulle vittime dei cambiamenti
climatici. Secondo diverse organizzazioni non governative, decine di milioni di persone
restano senza terra a causa di fenomeni legati al clima e vagano in cerca di asilo.
Tra le organizzazioni che chiedono di riconoscere i diritti di queste vittime c’è
anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il nostro inviato
a Copenhagen, Salvatore Sabatino, ne ha parlato con Laura Boldrini,
portavoce dell’Acnur in Italia:
R. – La parola
rifugiato ha una connotazione particolare: si intende una persona che è perseguitata
per dei motivi specifici che sono quelli stabiliti dalla convenzione di Ginevra del
1951: per motivi di razza, di nazionalità, per idee politiche, per la propria religione
o per l’appartenenza ad un gruppo. Quindi è una persona perseguitata per motivi specifici.
Ora però è vero che esiste un problema serio dello sradicamento a causa del cambiamento
climatico; questo oggi è uno degli argomenti all’ordine del giorno nella comunità
internazionale.
D. – Alcuni accusano che concentrarsi
su una specificità come quella ambientale rischia di indebolire l’insieme dell’organizzazione
degli aiuti e la definizione stessa di rifugiato. Quale è il vostro punto di vista?
R.
– Il punto di vista è che comunque ad oggi ci sono già sfollati, persone sradicate
che fuggono non necessariamente per una persecuzione personale, ma per altri motivi
e, comunque, hanno bisogno di protezione. Gli effetti del cambiamento climatico già
ci sono e noi stiamo vedendo in tante parti del pianeta che, a causa della scarsità
di piogge oppure delle inondazioni, ci sono tante persone che sono costrette ad andare
via, a scappare altrove e chiaramente in questa situazione hanno bisogno anche di
protezione.
D. – Le vostre stime parlano di un numero
sempre maggiore di persone costrette ad emigrare in conseguenza di catastrofi naturali.
Esistono dei numeri concreti?
R. – Numeri concreti
no, però ci sono delle previsioni, delle proiezioni. Secondo l’Onu, almeno 700 mila
africani nel 2008 sono stati costretti a lasciare le proprie case come conseguenza
dei cambiamenti climatici. Quindi se non si riuscirà a porre un rimedio a questo,
il numero delle persone, solo nel continente africano, sarà necessariamente maggiore
nei prossimi anni.
D. – L’Acnur porta questi dati
a Copenaghen nell’ambito della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Quali le
risposte che vi attendete?
R. – Risposte concrete,
risposte che ci mettano in condizione di lavorare meglio, perché il cambiamento climatico
è già entrato a far parte del nostro lavoro, già sta complicando il lavoro umanitario.
Quindi un segnale chiaro da parte della comunità internazionale in termini proprio
di risorse, ma anche di provvedimenti da qui ai prossimi anni.
Punjub
- attentato E’ di almeno 20 morti il bilancio, ancora provvisorio, di un attentato
compiuto nel Punjub, regione orientale del Pakistan. Un’autobomba è esplosa nei pressi
dell'abitazione di Mohammad Khosa, ministro del governo provinciale.
Afghanistan
- attacco kamikaze In Afghanistan, almeno 8 persone sono morte in seguito ad
un attacco kamikaze a Kabul. L’attentato, rivendicato dai talebani, è stato compiuto
presso un hotel dove era in corso una conferenza sulla corruzione nel Paese. All’incontro
avrebbe dovuto partecipare anche il presidente afghano Hamid Karzai.
Fatah
- Abu Mazen Nei Territori Palestinesi il Consiglio rivoluzionario di Fatah
ha chiesto per il presidente Abu Mazen l’estensione del mandato presidenziale ormai
scaduto. La richiesta è giunta poco prima della riunione del Comitato esecutivo dell’Olp,
il cui controllo è ancora nella mani di Fatah. Abu Mazen, intanto, ha ribadito le
condizioni per tornare al tavolo con Israele: riconoscere i confini precedenti al
1967 e congelare tutte le colonie. Il presidente palestinese ha escluso il ritorno
ad ogni forma di lotta violenta.
Tzipi Livni - Piombo fuso Il ministero
degli Esteri di Israele ha definito “un atto cinico'' il mandato di arresto emesso
e poi ritirato da un giudice britannico nei confronti dell'ex ministro e attuale leader
dell'opposizione israeliana, Tzipi Livni. All’origine del mandato, una denuncia per
crimini di guerra presentata da ''elementi radicali'' della comunità locale di origine
araba in relazione all'offensiva denominata “Piombo Fuso” condotta lo scorso inverno
nella Striscia di Gaza.
Somalia - esplosione mina In Somalia sei
fratelli, tra i tre e gli 11 anni di età, sono morti in seguito all’esplosione accidentale
di una mina. La tragedia è avvenuta ieri a Balambane, piccolo villaggio del centro
ovest del Paese africano. I genitori e un fratellino sono sopravvissuti allo scoppio
della mina. Secondo un rapporto del "Mine Action Center", organismo dell’Onu, in Somalia
ci sono almeno 357 comunità intorno alle quali si trovano ordigni inesplosi. (Panoramica
internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIII no. 349 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.