2009-12-15 14:56:53

Scontro politico sull'aggressione a Berlusconi


Il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, sarà dimesso domani dall’ospedale San Raffaele di Milano dove è ricoverato da domenica sera in seguito all’aggressione subita in Piazza Duomo. Il suo medico personale gli ha prescritto due settimane di riposo. L’aggressore Massimo Tartaglia ha confermato le proprie responsabilità durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto. I suoi avvocati hanno chiesto il ricovero dell’uomo in una comunità terapeutica. Intanto, questa mattina alta tensione alla Camera durante l’informativa del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Intanto, in un messaggio che appare sul sito ufficiale del Pdl, Berlusconi ringrazia quanti gli hanno inviato messaggi di vicinanza e di affetto, affermando: “Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio". Il servizio di Giampiero Guadagni: RealAudioMP3

Il nuovo appello di ieri sera del capo dello Stato alle forze politiche ad un confronto civile sembra rimasto inascoltato. A Montecitorio questa mattina ha preso la parola Di Pietro e i deputati del Pdl hanno lasciato l’aula. Il leader dell’Italia dei Valori, che subito dopo l’aggressione al premier aveva accusato Berlusconi di istigare la violenza, ha ribadito la sua posizione, sottolineando: sono le politiche della maggioranza ad armare le mani. Replica Cicchitto, Pdl: la mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata armata da una spietata campagna d’odio. I cui mandanti, afferma Cicchitto, sono lo stesso Di Pietro, il giornale “Il Fatto quotidiano” e la trasmissione televisiva "Annozero".  Al capogruppo del Pdl alla Camera risponde il segretario del Pd, Bersani: c’è il rischio che qualcuno si vesta da pompiere per fare l’incendiario. Ma Bersani, che ieri aveva visitato in ospedale il premier, manda un messaggio anche a Di Pietro: l’opposizione deve fare il suo ruolo e preparare l’alternativa ad un governo che deve pensare a governare. Gli interventi al termine dell’informativa del ministro dell’Interno Maroni, che teme una spirale emulativa e conferma l’ipotesi di oscurare i siti Internet che diffondono messaggi di istigazione a delinquere. Il responsabile del Viminale aggiunge che nessun rilevo è da fare sulla sicurezza alle forze dell’ordine di Milano. Maroni sostiene la tesi della premeditazione da parte dell’aggressore Massimo Tartaglia, che ieri ha inviato al premier una lettera di scuse per il suo gesto che definisce vigliacco. Tartaglia assicura di aver agito da solo. Ma gli inquirenti cercano di capire se l’uomo, psicolabile, sia stato invece manipolato da qualcuno. Al premier intanto continuano ad arrivare auguri e solidarietà dai leader di tutto il mondo. E ieri in un telegramma a firma del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, Benedetto XVI ha indirizzato al presidente del Consiglio un messaggio in cui esprime conforto e vicinanza.

Vertice di Copenaghen
A Copenhagen, dove è in corso il vertice mondiale sul clima, sono scoppiati nella notte nuovi scontri tra agenti di polizia e attivisti no-global. In seguito all’intervento delle forze dell’ordine sono state arrestate oltre 200 persone. In questo clima difficile continuano comunque i lavori del vertice: domani si terrà il dibattito incentrato sulle vittime dei cambiamenti climatici. Secondo diverse organizzazioni non governative, decine di milioni di persone restano senza terra a causa di fenomeni legati al clima e vagano in cerca di asilo. Tra le organizzazioni che chiedono di riconoscere i diritti di queste vittime c’è anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il nostro inviato a Copenhagen, Salvatore Sabatino, ne ha parlato con Laura Boldrini, portavoce dell’Acnur in Italia:RealAudioMP3

R. – La parola rifugiato ha una connotazione particolare: si intende una persona che è perseguitata per dei motivi specifici che sono quelli stabiliti dalla convenzione di Ginevra del 1951: per motivi di razza, di nazionalità, per idee politiche, per la propria religione o per l’appartenenza ad un gruppo. Quindi è una persona perseguitata per motivi specifici. Ora però è vero che esiste un problema serio dello sradicamento a causa del cambiamento climatico; questo oggi è uno degli argomenti all’ordine del giorno nella comunità internazionale.

 
D. – Alcuni accusano che concentrarsi su una specificità come quella ambientale rischia di indebolire l’insieme dell’organizzazione degli aiuti e la definizione stessa di rifugiato. Quale è il vostro punto di vista?

 
R. – Il punto di vista è che comunque ad oggi ci sono già sfollati, persone sradicate che fuggono non necessariamente per una persecuzione personale, ma per altri motivi e, comunque, hanno bisogno di protezione. Gli effetti del cambiamento climatico già ci sono e noi stiamo vedendo in tante parti del pianeta che, a causa della scarsità di piogge oppure delle inondazioni, ci sono tante persone che sono costrette ad andare via, a scappare altrove e chiaramente in questa situazione hanno bisogno anche di protezione.

 
D. – Le vostre stime parlano di un numero sempre maggiore di persone costrette ad emigrare in conseguenza di catastrofi naturali. Esistono dei numeri concreti?

 
R. – Numeri concreti no, però ci sono delle previsioni, delle proiezioni. Secondo l’Onu, almeno 700 mila africani nel 2008 sono stati costretti a lasciare le proprie case come conseguenza dei cambiamenti climatici. Quindi se non si riuscirà a porre un rimedio a questo, il numero delle persone, solo nel continente africano, sarà necessariamente maggiore nei prossimi anni.

 
D. – L’Acnur porta questi dati a Copenaghen nell’ambito della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Quali le risposte che vi attendete?

 
R. – Risposte concrete, risposte che ci mettano in condizione di lavorare meglio, perché il cambiamento climatico è già entrato a far parte del nostro lavoro, già sta complicando il lavoro umanitario. Quindi un segnale chiaro da parte della comunità internazionale in termini proprio di risorse, ma anche di provvedimenti da qui ai prossimi anni.

Punjub - attentato
E’ di almeno 20 morti il bilancio, ancora provvisorio, di un attentato compiuto nel Punjub, regione orientale del Pakistan. Un’autobomba è esplosa nei pressi dell'abitazione di Mohammad Khosa, ministro del governo provinciale.

Afghanistan - attacco kamikaze
In Afghanistan, almeno 8 persone sono morte in seguito ad un attacco kamikaze a Kabul. L’attentato, rivendicato dai talebani, è stato compiuto presso un hotel dove era in corso una conferenza sulla corruzione nel Paese. All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche il presidente afghano Hamid Karzai.

Fatah - Abu Mazen
Nei Territori Palestinesi il Consiglio rivoluzionario di Fatah ha chiesto per il presidente Abu Mazen l’estensione del mandato presidenziale ormai scaduto. La richiesta è giunta poco prima della riunione del Comitato esecutivo dell’Olp, il cui controllo è ancora nella mani di Fatah. Abu Mazen, intanto, ha ribadito le condizioni per tornare al tavolo con Israele: riconoscere i confini precedenti al 1967 e congelare tutte le colonie. Il presidente palestinese ha escluso il ritorno ad ogni forma di lotta violenta.

Tzipi Livni - Piombo fuso
Il ministero degli Esteri di Israele ha definito “un atto cinico'' il mandato di arresto emesso e poi ritirato da un giudice britannico nei confronti dell'ex ministro e attuale leader dell'opposizione israeliana, Tzipi Livni. All’origine del mandato, una denuncia per crimini di guerra presentata da ''elementi radicali'' della comunità locale di origine araba in relazione all'offensiva denominata “Piombo Fuso” condotta lo scorso inverno nella Striscia di Gaza.

Somalia - esplosione mina
In Somalia sei fratelli, tra i tre e gli 11 anni di età, sono morti in seguito all’esplosione accidentale di una mina. La tragedia è avvenuta ieri a Balambane, piccolo villaggio del centro ovest del Paese africano. I genitori e un fratellino sono sopravvissuti allo scoppio della mina. Secondo un rapporto del "Mine Action Center", organismo dell’Onu, in Somalia ci sono almeno 357 comunità intorno alle quali si trovano ordigni inesplosi. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 349

 
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