Ancora tensioni tra Iran e Usa. Oppositori in carcere a Teheran
La riunione dei direttori degli affari politici del cosiddetto gruppo dei 5+1 sul
nucleare iraniano non si svolgerà, come inizialmente previsto, entro la fine dell'anno
a New York. Lo slittamento, secondo il Dipartimento di Stato americano, è legato a
non meglio precisati problemi di calendario, ma al momento manca anche un accordo
al Consiglio di Sicurezza su eventuali sanzioni contro Teheran. Intanto è tensione
tra la Repubblica islamica e gli Stati Uniti per la questione dei tre cittadini americani
arrestati lo scorso 31 luglio dopo aver sconfinato in territorio iraniano dal Kurdistan
iracheno. E’ stato disposto che i tre vengano processati da una Corte iraniana, ma
il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha esortato Teheran a liberarli al più
presto, criticando al contempo le recenti iniziative nucleari iraniane.
E a
Teheran, inoltre, la situazione è sempre tesa: diverse persone sono state arrestate
con l’accusa di essere state presenti ad un episodio in cui una fotografia del defunto
ayatollah Khomeini veniva strappata. Le accuse sono cadute sugli studenti dell'opposizione.
I riformisti, da parte loro, hanno negato ogni implicazione, parlando di una messinscena
orchestrata per schiacciare il movimento di protesta e denunciando che a breve potrebbero
addirittura essere portati in carcere i leader dell’opposizione, Mousavi in testa.
In questa situazione, che significato assumono gli ultimi arresti in Iran? Giada Aquilino
lo ha chiesto a Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica all’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano: