Sri Lanka: giovani tamil e singalesi insieme per la pace e la riconciliazione
Un gruppo di giovani tamil da Jaffna e centinaia di studenti di Colombo hanno vissuto
insieme per 5 giorni per condividere le angosce e le ferite della guerra, insieme
al desiderio di ricostruire la convivenza fra etnie e religioni. I 35 giovani tamil
del Nord e i circa 700 studenti del sud, di età sui 14-16 anni, sono stati guidati
da un programma di “pace e riconciliazione” organizzato dal Consiglio nazionale per
la pace (Npc), in collaborazione con molte scuole, gruppi religiosi e associazioni
della società civile. Il programma, svolto dal 6 al 10 dicembre comprendeva racconti
e pièce teatrali sulla guerra, danze e musiche delle diverse etnie e religioni (indù,
cristiani, musulmani, buddisti). Il dott. Jehan Perera, direttore esecutivo dell’Npc,
spiega ad AsiaNews i valori del programma: “Dopo anni di polarizzazione nella società,
per rompere le barriere è importante incontrarsi faccia a faccia. I ragazzi di Jaffna
hanno offerto un dramma teatrale in cui raccontano gli ultimi giorni della guerra,
una guerra che quelli del sud non hanno nemmeno visto, a causa della censura dei media.
In tal modo i giovani del sud possono capire cosa quelli del nord hanno sofferto.
Allo stesso tempo, i giovani del nord possono vedere che quelli del sud non li odiano,
ma vogliono essere uniti a loro”. John William, presidente del gruppo direttivo dell’Npc,
sottolinea: “Adesso si parla di pace in Sri Lanka, ma questa non è la pace che cerchiamo.
Occorre fiducia fra le comunità etniche e fra le comunità religiose; fiducia fra genitori
e figli. Solo così ci sarà una vera pace”. Dilhani Mudannayake, una studentessa di
Kotte (Colombo), commenta in modo positivo lo scambio avvenuto in questi giorni. “Speriamo
– dice – di potere incontrarci ancora in futuro e che ci sia una vera pace senza barriere”.
Anche per i giovani tamil del nord, c’è molto bisogno “di essere liberi per andare
ovunque nel Paese e di parlare con tutti in modo libero. Abbiamo bisogno che i giovani
singalesi vengano a farci visita”. (R.P.)