Dopo il terremoto, riaperta al culto la prima chiesa nel centro storico de L'Aquila.
Intervista con suor Gabriella Merelli
Commozione e gioia ieri nella zona rossa del Centro Storico dell’Aquila dove, dopo
il sisma dello scorso aprile è stata riaperta al culto la prima chiesa. Si tratta
della cappella annessa al monastero delle Suore agostiniane di Sant’Amico, che anche
quest’anno hanno potuto celebrare la tradizionale liturgia del giorno di Santa Lucia.
Cinque funzioni religiose e un concerto di Natale hanno scandito la giornata indimenticabile
e significativa per l’intera comunità. Lo conferma, al microfono di Paolo Ondarza,
suor Gabriella Merelli, madre superiora del monastero:
R. - Noi
abbiamo già aperto il nostro monastero dalla festa di Santa Lucia che è molto sentita
qui dal popolo aquilano. Ci sono state le nostre preghiere, le lodi del mattino, le
preghiere monastiche e poi ci sono state delle Sante Messe con molta gente, molte
persone che piangevano dalla gioia. E’ stata un’emozione grande per noi e molto più
per il popolo aquilano perché è l’unica chiesa riaperta. Noi stiamo nel centro storico
dell’Aquila. D. - Quindi la zona più colpita? R.
- Sì, questa è stata la zona più colpita. La nostra chiesina ha avuto molti danni,
anche se non molti. Il monastero un po’ di più e noi siamo accampate in una casetta
di legno nel nostro giardino. In quattro non ci siamo mai allontanate dal monastero,
siamo state sempre qui. Le altre le abbiamo mandate nel monastero delle consorelle
di Cascia. D. - Suor Gabriella, questa riapertura rappresenta
un segno di grande speranza per l’intera comunità aquilana... R.
- Per noi questo è un segno di grande speranza, in sintonia con la festa di Santa
Lucia, che è la luce: il significato vorrebbe essere quello dell'accendere la luce
nel cuore degli aquilani, della città. D. - Ancora una volta
potremmo dire che il vostro monastero, tanto legato anche alla figura di Santa Lucia,
ha potuto celebrare questa importante liturgia… R. - Questo
è un segno significativo per la città e per noi. Vorremmo essere questa luce proprio
il giorno di Santa Lucia, il giorno del “Gaudete”, a metà dell’Avvento, in preparazione
del Santo Natale. Abbiamo riaperto questa chiesa portando questo segno di luce. R.
- Vivere la riapertura di una chiesa nel centro cittadino - un luogo sconvolto e devastato
dal terremoto - è anche un segno di resurrezione? R. - Sì, questo
è il segno della resurrezione, anche per noi che non siamo mai uscite da questo luogo
e che stavamo nel nostro giardino. La comunità è piena di gioia e vogliamo riversare
questa gioia e questa felicità anche nel popolo aquilano.