2009-12-14 16:30:50

Alla Conferenza sul clima l’Africa chiede il sostegno dei Paesi ricchi per ridurre l'inquinamento


“L’Africa subisce i torti fatti alla natura da altri”: denuncia Athanase Bopda, ricercatore dell’Istituto camerunense di cartografia, inviato alla Conferenza mondiale sul clima in corso a Copenhagen come esperto dell’Unione Africana (UA), esprimendo un sentimento diffuso in un continente responsabile di meno del 4% delle emissioni mondiali di gas serra. “I grandi inquinatori - sostiene Bopda - temono di vedere emergere altre potenze, che inquinano come loro; sanno di fare un commercio di ipocriti”. Con decine di altri delegati – riferisce l’agenzia Misna - il ricercatore camerunense sostiene la posizione dell’Unione Africana sui risarcimenti, una delle questioni più complesse in discussione alla Conferenza dell’Onu nella capitale danese. L’UA chiede stanziamenti equivalenti a 46 miliardi di euro l’anno, necessari per mitigare le conseguenze dei mutamenti climatici in una delle regioni del mondo più colpite dal surriscaldamento planetario. Secondo Bopda, l’ipocrisia del Nord del mondo si manifesta anche negli appelli a difendere i “polmoni verdi” del pianeta, dall’Amazzonia al bacino del fiume Congo, una regione estesa per oltre due milioni di chilometri quadrati. “Gli europei abbattono gli alberi dal Medioevo - sottolinea il ricercatore - ma non si sono mai chiesti se questo provochi conseguenze in Africa. Ora il nostro continente è indicato come uno dei polmoni dell’umanità per la sua foresta equatoriale: questa foresta, però, è la risorsa della quale vivono le comunità africane”. Finora, i negoziati di Copenhagen hanno prodotto solo bozze di accordi e polemiche. È possibile che qualcosa cambi da domani, quando dovrebbero concludersi le sessioni tecniche e cominciare i colloqui politici con l’arrivo di oltre 100 fra capi di Stato e di governo. Fonti di stampa internazionali riferiscono che i Paesi a sud del Sahara chiederanno alle potenze industriali di tagliare le emissioni del 40% entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990. (R.G.)







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