2009-12-13 15:00:10

Vertice sul clima a Copenaghen: giornata di incontri informali


A Copenaghen si è chiusa la prima settimana del vertice sul clima delle Nazioni Unite. Oggi i lavori della conferenza sono ufficialmente fermi. Ma si continua ugualmente a lavorare con incontri informali e riunioni bilaterali per la ricerca di un accordo condiviso. Intanto la polizia danese ha rilasciato la maggior parte delle quasi mille persone fermate ieri durante la manifestazione delle organizzazioni ambientaliste, segnata dagli scontri innescati dall’ala più dura dei contestatori Black Block. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3  

Battenti chiusi oggi al Bella Center di Copenaghen, la struttura che ospita i lavori degli oltre 15mila delegati della conferenza. Il negoziato continuerà tuttavia in modo serrato. Nel pomeriggio circa 50 ministri dell'Ambiente si incontreranno per trovare un accordo sulla questione cruciale del taglio alle emissioni di CO2. Secondo alcune indiscrezioni, martedì sarà presentata una nuova bozza della presidenza danese che dovrebbe definire meglio i contorni del testo base sul quale i capi di Stato e di governo, che arriveranno a metà della prossima settimana, dovranno confrontarsi ufficialmente. Al momento sul tappeto ci sono sostanzialmente due proposte che fissano degli impegni di massima per Paesi industrializzati e in via di sviluppo. Mancano però le cifre dei tagli. Su questo fronte gli Europei propongono una riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020, nel quadro di un accordo ambizioso che raccolga anche l’impegno delle potenze emergenti. Dai Paesi in via di sviluppo c’è invece un appello a prolungare Kyoto fino al 2020. Se il quadro non muterà, la Conferenza potrebbe chiudersi con un accordo politico non vincolante, da tramutarsi in trattato nel 2010.

 

E mentre i riflettori dell’opinione pubblica internazionale restano puntati su Copenaghen, la Caritas Internationalis in collaborazione con la Conferenza delle Chiese Europee e con il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee ha invitato oggi tutte le chiese a far suonare le campane con rintocchi particolari alle 15:00 per invitare gli uomini di buona volontà alla difesa del pianeta dai cambiamenti climatici. Ad aderire anche la Diocesi di Pistoia, da sempre mobilitata per la tutela del Creato con manifestazioni ed incontri. Perché ora più che mai è urgente modificare il nostro approccio all’ambiente, sempre più minacciato dall’uomo, spiega al microfono di Federico Piana, mons. Mansueto Bianchi, vescovo della diocesi:RealAudioMP3



R. – Un approccio alle risorse, che non sia predatorio, che sia un approccio attento alla possibilità di rinnovare le risorse stesse, che eviti ogni spreco, che sia improntato da uno stile di austerità. Un approccio che sia secondo giustizia e secondo carità, come anche l’insegnamento sociale della Chiesa ci dice. In questo senso occorre veramente un cammino di rieducazione, in modo da non guardare alle risorse del Creato come a qualcosa che essendo di tutti è come se non fosse di nessuno. E’ necessario che ciascuno le senta responsabilmente sue proprie e le usi per quei fini di realizzazione della propria vita e di servizio alla vita degli altri, per cui sono state date.

 

D. – Rispettare l’ambiente vuol dire rispettare il progetto di Dio?

 

R. – Si tratta di non sciupare, di non disperdere, di non profanare quell’impronta di Dio che è segnata attorno a noi attraverso il Creato e che trova dentro di noi una capacità e un desiderio di comprensione, di stupore, di trasalimento in certi momenti. Dobbiamo essere capaci di vivere una vita buona, una vita che sia compatibile con questo dono di Dio ed anche una vita che oltre a riconoscere sia anche capace di trasmettere questo dono di Dio, che è la creazione, alle generazioni future. Se noi viviamo un rapporto di aggressione e di sfruttamento, evidentemente noi, da un lato, profaniamo il nome di Dio segnato nella creazione, del Dio creatore, e, dall’altro, profaniamo anche il nome dell’umanità, perché le generazioni future si troveranno dentro una creazione che è diventata - per così dire – afona, incapace di trasmettere il messaggio che porta dentro di sé e soprattutto – e questa sarebbe la cosa peggiore – non vorrei che trasmettesse una condanna, perché si tratta di una creazione profanata, depredata. Rischia di essere una creazione sciupata purtroppo dalla presenza dell’uomo, che invece di essere collaboratore della creazione di Dio, ne diventa un aggressore.(Montaggio a cura di Maria Brigini)








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