La presenza di Dio nella società tra domanda di spiritualità e azione pastorale: le
riflessioni emerse al convegno promosso dalla CEI e conclusosi ieri
La presenza di Dio nei diversi ambiti della cultura e della vita: di questo si è parlato
al convegno intitolato ‘Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto’, che si è concluso
ieri a Roma. Luca Collodi ha intervistato il cardinale Camillo Ruini,
presidente del Progetto Culturale della Cei, promotore dell’iniziativa:
R. – Un convegno
che penso mostra due cose. Una, che di Dio si può e si deve parlare oggi: in qualche
modo anche i lontani dalla fede sono invitati ad interrogarsi su Dio. In secondo luogo,
un convegno che mostra come nella situazione odierna abbiamo bisogno di affrontare
i temi sostanziali, non di fermarci troppo in superficie, troppo alla periferia. Quando
si va alla sostanza delle cose si incontra un grande interesse, una grande domanda,
perché dentro di loro, in maniera consapevole o soltanto confusa e implicita, le persone
sentono che le grandi domande rimangono sempre aperte.
D.
– In Italia c’è una richiesta di Dio ancora nella società?
R.
– Moltissimo. Se per società intendiamo la gente concreta, la domanda di Dio è grandissima,
e noi come Chiesa dobbiamo rispondere di più a questa domanda. E questo convegno in
questo senso è un invito anche per la Chiesa a parlare di Dio, oltre che cercare di
testimoniarlo con la nostra vita. Non dobbiamo mai pensare che a parlare di Dio la
gente si stanchi: la gente si stanca quando parliamo di tante cose, dimenticando di
parlare di Dio.
D. – Come si può tradurre tutto quello
che è stato detto in questi tre giorni in un’azione pastorale?
R.
– Mettendo Dio al centro davvero dell’attenzione della pastorale, come ci ha invitato
a fare il Papa in tante occasioni e con forza particolare, commovente, nella lettera
che ha scritto in marzo ai vescovi della Chiesa cattolica, dopo la vicenda dei lefevriani,
dove ha detto che rendere Dio presente nel mondo è la prima priorità della Chiesa
e che nessun’altra priorità è comparabile con questa.
D.
– Sono in preparazione altri appuntamenti simili in futuro?
D.
– Sì, certamente, cominceremo subito facendo un bilancio, una riflessione su questo.
Abbiamo già pensato che dobbiamo individuare bene il tema e sarà – posso anticipare
solo questo – un tema anch’esso molto impegnativo, un tema sostanziale, un tema di
fondo. Se il Signore vuole, cercheremo di fare questi eventi con una scadenza non
troppo ravvicinata, ma nemmeno troppo distanti l’uno dall’altro, in modo che sempre
si veda come la Chiesa si interroga e aiuta tutti ad interrogarsi su ciò che è decisivo
per la nostra esistenza.
Il convegno è stato ispirato dal pensiero di Papa
Benedetto XVI che in più occasioni ha toccato il tema del rapporto fra Dio e la società
contemporanea, come ricorda, al microfono di Luca Collodi, Vittorio Sozzi,
responsabile del servizio nazionale per il progetto culturale della Cei.
R. – Innanzitutto
è fondamentale avere affrontato un tema radicale, cioè uno di quei temi che sono essenziali
per la persona e per la società. Penso che questa sia già una prospettiva che può
essere attuata anche nelle realtà locali: offrire possibilità alle persone di fermarsi
a riflettere su questi temi, per potere essere al servizio dell’annuncio del Vangelo.
Penso che questa sia un’altra indicazione di metodo.
D.
– Si è parlato tre giorni di Dio su un piano alto, su un piano culturale, ma come
tradurre tutto ciò in azione pastorale per la Chiesa italiana?
R.
– I diversi percorsi che ci hanno portato ad affrontare il tema di Dio sono percorsi
che poi ritroviamo nella nostra pastorale. Quindi, questo convegno offre moltissimi
spunti, perché poi nell’azione pastorale si vada all’essenziale. Io credo che il grande
segnale che è venuto stia nel fare pastorale: andiamo a ciò che veramente conta.
D.
– Che Dio è uscito da questo convegno?
R. – E’ uscita
senz’altro l’idea di un Dio amico, di un uomo che è alla ricerca. Anche il confronto,
dando parola a persone che non hanno un’esperienza di Dio così com’è quella del cristiano,
ha dato un segno evidente che il Dio dei cristiani è un Dio che ama l’uomo che cerca.
D. – Talvolta le proposte della Chiesa non sono
accolte dalla gente...
R. - E’ vero, qualche volta
di fronte a qualche incongruenza della Chiesa c’è questo atteggiamento, ma alla fine
la gente riconosce quando la Chiesa annuncia Dio, che la Chiesa aiuta l’uomo a camminare.
R. – No, io credo che la Chiesa, quanto più va all’essenziale
e va su questi temi e tanto più si fa capire dalle persone.
D.
– C’è nella società, quindi, la domanda di Dio?
R.
– L’attenzione dei giornali a questo evento testimonia che la società cerca un Dio
vicino.(Montaggi a cura di Maria Brigini)