2009-12-13 14:20:22

I vescovi filippini: incostituzionale la legge marziale a Maguindano


La legge marziale è “incostituzionale” e “dovrebbe essere revocata”. E’ l’appello di mons. Teodoro Bacani, vescovo emerito di Novaliches, nelle Filippine, dopo che il governo, lo scorso 5 dicembre, ha proclamato la legge marziale nella provincia di Maguindanao, dove il 23 novembre sono state massacrate almeno 57 persone in scontri fra clan rivali. Secondo il governo la dichiarazione della legge marziale è giustificata dal rischio di una ribellione a seguito dell’arresto di Andal Ampatuan Sr, capo del clan che detiene la maggior parte degli incarichi elettivi della regione, considerato in parte responsabile del massacro. Ma decisa è la condanna del vescovo Bacani: non esiste una “giusta causa” che giustifichi questa dichiarazione e la Costituzione non prevede che la legge marziale possa essere imposta senza che sia in atto una ribellione. “Il caso di Maguindanao è stato un'azione criminale, ma non una ribellione contro il Governo”, ha sottolineato il presule, secondo il sito della Conferenza Episcopale delle Filippine ripreso da Zenit. “E' chiaro che l'ordine pubblico è minacciato, che sono in gioco vite umane e che bisognerebbe aggiungere a questo elementi legati al terrorismo” – ha commentato mons. José Colin Bagaforo, vescovo ausiliare della città di Cotabato, vicina alla provincia di Maguindanao - ma la proclamazione della legge marziale è giustificata solo se sussistono “elementi che contribuiscono a una maggiore diffusione della violenza” e al momento – ha aggiunto - non ci sono le condizioni per verificare il normale funzionamento dei poteri pubblici e della giustizia. (C.D.L.)







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