Procreazione assistita. Il caso di Padova: figlio abortito per uno scambio di seme
Uno scambio di provette al momento dell'inseminazione artificiale: poi, per evitare
la nascita di un figlio ritenuto “indesiderato” la somministrazione della pillola
abortiva. E’ accaduto in una clinica dell’azienda ospedaliera di Padova ad una coppia
che ora ha deciso di fare ricorso contro la struttura accusata di aver “costretto”
la donna ad abortire. Paolo Ondarza ha raccolto il commento di Renzo Pegoraro,
direttore del Centro studi di etica e bioetica “Fondazione Lanza” di Padova:
R. - C’è
stato un errore. Si usa una tecnica e ogni tecnica ha purtroppo anche dei rischi.
Di fatto, l’azienda ospedaliera ha riconosciuto l’errore e ha informato subito la
coppia di quello che era accaduto. Credo che la coppia, più che altro, abbia fatto
ricorso per l’errore di utilizzo di un seme sbagliato - non quello del marito - e
perché su questo l’azienda si assuma la propria responsabilità. Ma sul resto, credo
ci fossero diverse opzioni che anche la coppia doveva valutare ed assumersene la responsabilità. D.
- In questa vicenda emerge, nonostante i progressi della scienza, la fallibilità di
alcune tecniche, per quanto sofisticate esse siano... R. - Esatto,
è quello il punto importante da ricordare: esiste la fallibilità e non possiamo pensare
di avere una soluzione tecnica per tutti i problemi, perché la tecnica può portare
anche dei rischi e creare altri problemi, come in questo caso. Quindi, forse un maggior
atteggiamento critico verso la tecnica, una maggiore accettazione del limite e un’attenzione
alla vita - che va rispettata in tutti i suoi aspetti - è importante. D.
- Chi difende la vita fin dal suo concepimento potrebbe dire che da questa vicenda
emergono solamente due attori, i medici e la coppia, poco spazio, invece, viene dato
alla vita nascente... R. – Per la coppia, comunque, poteva essere
invece una gravidanza accettata, che aveva un senso e che necessitava anche di un
rispetto, essendo una coppia in difficoltà a procreare e quindi ad avere un figlio.
Qui però entriamo nell’ambito di come la coppia reagisce ad un errore, come lo interpreta
e, dunque, di come si comporta. L’ospedale ha informato sull’errore accaduto e su
quelle che erano le possibili situazioni, anche il fatto di poter tenere quel figlio.
Dopo, però, è la coppia che decide e che - anche da un punto di vista strettamente
legale - ha le possibilità di muoversi in un certo modo. Il discorso etico è più complesso
e coinvolge direttamente la responsabilità morale delle persone.