2009-12-12 15:46:02

I leader cristiani di Terra Santa per il Natale: stop all'occupazione, costruire la pace


Un appello per la pace in Medio Oriente e la fine dell’occupazione israeliana è stato lanciato ieri congiuntamente dal patriarca emerito di Gerusalemme, Michel Sabbah, dal vescovo luterano di Terra Santa e Giordania, Munib Younan e dall’arcivescovo del patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, Theodosios Atallah Hanna, che hanno firmato un documento chiamato ‘The Kairos Palestine document’. “Dio ci ha creato per vivere in pace – scrivono i firmatari – la nostra terra ha una missione universale e la promessa della terra non è mai stato un programma politico, piuttosto un preludio alla salvezza universale”. Con il documento, riportato dall’agenzia Sir, si lamentano “le vane promesse e le parole vuote riguardanti la pace nella regione” e si riporta l’attenzione internazionale sul difficile cammino dei palestinesi verso la libertà, ricordando “il muro di separazione eretto da Israele in territorio palestinese, il blocco di Gaza, le colonie israeliane sorte in terreni palestinesi, le umiliazioni subite dalla popolazione ai checkpoint militari, le restrizioni religiose per gli accessi ai luoghi santi, la piaga dei rifugiati e dei detenuti, la paralisi della comunità internazionale”. L'altro giorno, inoltre, al Meeting sui diritti umani organizzato al Palamandela di Firenze dalla Regione Toscana, è intervenuto padre Ibrahim Faltas, frate francescano parroco dell’unica parrocchia di Gerusalemme per le tre grandi religioni monoteiste. “Se vogliamo arrivare alla pace dobbiamo dialogare e venirci incontro l’un l’altro – ha detto – un’operazione difficile in una città come Gerusalemme, dove vivono 800mila ebrei e 200mila arabi, ma soltanto 10mila cristiani”. “Per noi è difficile spiegare persino cosa sia la riconciliazione – ha aggiunto – eppure il percorso che compiono palestinesi e israeliani quando s’incontrano e vivono per qualche giorno insieme è passare dalla paura iniziale all’accordo e, alla fine, alla vera e propria amicizia”. (R.B.)







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