2009-12-11 15:04:03

Benedetto XVI al Convegno Cei: ogni cristiano renda Dio presente nel mondo, non confinarlo alla sfera privata


La relazione con Dio “è essenziale per il cammino dell’umanità”: è quanto sottolinea Benedetto XVI in un messaggio indirizzato al cardinale Angelo Bagnasco, in occasione del Convegno “Dio oggi: con Lui o senza di Lui cambia tutto”, apertosi ieri pomeriggio all’Auditorium di via della Conciliazione a Roma. All’evento, che si concluderà domani, e che è stato organizzato dal Progetto Culturale della Cei, partecipano oltre 1500 persone e numerosi intellettuali di livello internazionale. Nel suo saluto introduttivo, il cardinale Bagnasco ha sottolineato che il Convegno “è mosso dalla esigenza tipicamente umana e profondamente cristiana della ricerca della verità”. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

“La questione di Dio – scrive il Papa – è centrale anche per la nostra epoca, nella quale spesso si tende a ridurre l’uomo ad una sola dimensione, quella ‘orizzontale’, ritenendo irrilevante per la sua vita l’apertura al Trascendente”. La relazione con Dio, osserva il Pontefice, è invece “essenziale per il cammino dell’umanità”. Del resto, è la sua esortazione “la Chiesa e ogni cristiano hanno proprio il compito di rendere Dio presente in questo mondo, di cercare di aprire agli uomini l’accesso a Dio”. Benedetto XVI rileva che nella “situazione culturale e spirituale come quella che stiamo vivendo”, cresce “la tendenza a relegare Dio nella sfera privata, a considerarlo come irrilevante e superfluo, o a rifiutarlo esplicitamente”. Di qui l’auspicio che il Convegno sulla questione di Dio “possa contribuire almeno a diradare quella penombra che rende precaria e timorosa per l’uomo del nostro tempo l’apertura verso Dio, sebbene Egli non cessi mai di bussare alla nostra porta”. Le esperienze del passato, “anche non lontano da noi – si legge ancora nel Messaggio – insegnano che quando Dio sparisce dall'orizzonte dell’uomo, l’umanità perde l’orientamento e rischia di compiere passi verso la distruzione di se stessa”. La fede in Dio, sottolinea Benedetto XVI, “apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa, che non delude; indica un solido fondamento su cui poter poggiare senza timore la vita; chiede di abbandonarsi con fiducia nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”.
 
Stamani, la sessione del Convegno è stata incentrata sul tema: “Il Dio della cultura e della bellezza”. I lavori sono stati presieduti dal rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi. Nel suo intervento, il cardinale patriarca di Venezia, Angelo Scola, ha sottolineato che, per superare il secolarismo e l’eclissi di Dio, bisogna “ripensare in modo unitario storia, ontologia ed esperienza, affinché si dia di nuovo relazione con il Dio di Gesù Cristo”. Del resto, ha rilevato come la tesi della secolarizzazione quale inevitabile declino religioso e come irreversibile privatizzazione della religione non sono più attuali”. Oggi, ha detto il cardinale Scola, il rischio è piuttosto quello di “un’estrema soggettivizzazione dell’esperienza religiosa” da un lato e il “carattere fondamentalista di talune correnti religiose, soprattutto quelle legate all’islam”. Il patriarca di Venezia non ha mancato di sottolineare, richiamando Benedetto XVI, che “la domanda di Dio incontra adeguata ospitalità nell’orizzonte del Logos-Amore”. Il filosofo americano Roger Scruton ha invece denunciato l’avanzare del “culto della bruttezza e della dissacrazione” invitando gli artisti a inseguire la bellezza. La mattinata all’Auditorium si è conclusa con una tavola rotonda sul tema “Dio nell’arte figurativa di ieri e di oggi”, tenuta dall’arcivescovo Gianfranco Ravasi e dal direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci. “Dio – ha detto il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura - conserva la sua trascendenza rendendosi visibile all’uomo”. Ed ha aggiunto: “La figura umana è un’efficace e reale icona di Dio” anche se “non ne esaurisce la realtà piena”. L’arte, ha detto ancora riferendosi alla figura di Gesù Cristo, è “la narrazione visiva dell’esperienza dell’incontro con un volto, una parola, un’immagine veramente visibile perché incarnata”. 
Nella sessione iniziale del Convegno, ieri pomeriggio, il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato per il Progetto culturale della Cei, ha evidenziato che “la questione di Dio coinvolge inevitabilmente il soggetto che la pone, dato che essa ha a che fare con il senso e la direzione della nostra vita”. D’altro canto, ha ribadito, esiste una “differenza grande e radicale tra credenti e non credenti”. Per i primi infatti, “Dio è l’origine, il senso e il fine dell’uomo e dell’universo”. Per questo, ha detto, per il credente è impossibile “un approccio neutrale e puramente scientifico”. Dal canto suo, il cardinale arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, intervenendo ad una tavola rotonda su Dio e la vita umana, ha messo l’accento sul bisogno inestinguibile di un senso che ogni uomo ha in sé. “Dio – ha detto il porporato – non esiste perché l’uomo cerca un senso ma l’uomo cerca un senso perché Dio esiste”. Tema toccato anche dal filosofo tedesco Robert Spaemann. “La creazione – ha detto – non è un evento nel quale noi ci imbatteremo un giorno studiando la storia del cosmo”. La Creazione, infatti, definisce la relazione tra il cosmo e la volontà divina. Ed ha ribadito che la “facoltà che ci consente di ricercare Dio è la ragione” e la sua “traccia nel mondo siamo noi”.







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