Austria: vescovi critici sulle unioni civili fra omosessuali
Il Parlamento austriaco ha approvato ieri l’istituzione di un contratto limitato per
le unioni civili fra omosessuali, che potranno, dal prossimo primo gennaio, registrarsi
al Comune, senza organizzarvi cerimonie, ottenendo gli stessi benefici di cui godono
le coppie eterosessuali in materia pensionistica e di sussidi alimentari. Resta vietata
l’adozione di un bambino anche se nato da inseminazione artificiale. La decisione
è giunta al termine di mesi di discussione all’interno della coalizione di governo
nonostante la ferma opposizione dei conservatori. Perplessa e critica la Conferenza
episcopale austriaca, come spiega al microfono di Gabriella Ceraso, Eduard
Habsburg portavoce di mons. Klaus Kung, responsabile dell’ufficio pastorale per
la famiglia:
R. - La Conferenza
episcopale dell’Austria si è espressa al riguardo - a livello puramente pragmatico
- affermando che questa legge non è necessaria, in quanto ci sono già, nella legge
attuale, tutte le possibilità per i diritti civili delle coppie omosessuali. Poi su
un altro livello è un segnale un po’ pericoloso perché si crea una legge che assomiglia
molto alla legge sul matrimonio eterosessuale e si può temere che in pochissimo tempo
tutte le differenze saranno cancellate, come succede in altri Paesi. Dal punto di
vista della Chiesa la società è fondata sul matrimonio tra uomo e donna e dunque questo
segnale porta una grande confusione nella società. Per i vescovi austriaci è stata
aperta una porta che non si potrà più chiudere.
D. - Le differenze comunque
con il matrimonio per ora sussistono: non esiste questo termine, non c’è una cerimonia
analoga, né gli stessi luoghi…
R. – Si tratta di una sfumatura. Non siamo certo
ingenui: nei comuni il contratto per le unioni civili fra omosessuali avviene nello
stesso edificio dei matrimoni civili, cambia solo la stanza. E' stata una mossa dei
socialisti per dire ai cristiani del Partito popolare:” vedete, non è la stessa cosa
del matrimonio”. Ma nei giornali e nella vox populi lo chiamano "matrimonio tra omosessuali".
Secondo la Chiesa si fa una legge molto costosa per un piccolo gruppo della società
che, secondo tanti, anche commentatori politici, non sarà molto utilizzata. E’ come
un gesto verso una minoranza che ha, però, una voce molto forte.
D. - A livello
politico si è detto che non ci sia stata però l’unanimità al momento della decisione…
R.
– Una grande parte dell’opposizione era contro ed è pure possibile che una grande
parte dei deputati cristiani sarebbe stata contro la legge, ma il Partito popolare
ha deciso di non permettere il voto libero. Questo vuol dire che tutti i deputati
erano obbligati a votare a favore della legge.
D. – Quali prospettive si aprono
in questo momento e quale sarà anche l’atteggiamento della Chiesa…
R. – Io
penso che la Chiesa, soprattutto in Austria, lotterà sempre per la tutela del matrimonio,
perché una società non può funzionare se il matrimonio non è sacro, non è santo e
non è protetto dalla legge dello Stato.