2009-12-10 15:36:20

Mons. Van Luyn: Europa protagonista di un accordo ambizioso sul clima


L’Unione Europea deve assumere la leadership nella lotta ai cambiamenti climatici affinché a Copenhagen “venga adottato un accordo sul clima ambizioso, globale e giusto”. Così mons. Adrianus van Luyn, presidente della Commissione episcopati Comunità europea (Comece), rivolgendosi ai leder dei 27 Paesi membri dell’Ue che fra pochi giorni raggiungeranno la capitale danese per prendere parte alla fase saliente della 15.ma conferenza delle Nazioni unite sul clima. I presule, citato dal Sir, esorta tutti gli Stati europei a superare gli interessi nazionali in vista del bene comune perché i cambiamenti climatici diverranno sempre una più questione di sopravvivenza per le future generazioni”, facendo suo l’appello di Benedetto XVI nella “Caritas in veritate” invita dunque a lasciare loro la terra in buone condizioni. Mons. Van Luyn rammenta inoltre che sono in particolare i Paesi in via di sviluppo a subire le conseguenze più drammatiche dei cambiamenti climatici provocati soprattutto dall’industrializzazione della civiltà occidentale e dello stile di vita consumistico. “Non è un’elemosina – chiarisce pertanto – ma un imperativo di giustizia” fornire a questi Paesi “un aiuto finanziario per superare le conseguenze nefaste dei cambiamenti e offrire loro realistiche prospettive di una crescita ecologicamente sostenibile”. Ribadendo che l’accordo globale deve avere come obiettivo quello di “limitare il riscaldamento globale a meno di 2°C”, il presidente della Comece sottolinea la necessità che tutti i Paesi “diminuiscano le proprie emissioni”. Per questo i Paesi sviluppati devono “trasferire tecnologie nei Paesi in via di Sviluppo” per aiutarli a investire nel miglioramento dell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, e “a intraprendere misure di adeguamento ai cambiamenti climatici”. Da mons. Van Luyn, infine, l’esortazione “agli uomini e alle donne di buona volontà a convertirsi ad uno stile di vita ecologico e sostenibile”. “Oggi più che mai – conclude – abbiamo bisogno” di “una vita basata non sulla ricchezza materiale ma sulla ricchezza delle relazioni umane e sui valori culturali e spirituali”. (M.G.)







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