2009-12-10 15:27:23

La Chiesa e l'astronomia: in un libro la storia e i nuovi progetti della Specola Vaticana


“L’infinitamente grande. L’astronomia e il Vaticano”, il titolo del libro curato dalla Specola Vaticana, edito in Italia dalla Libreria Editrice Vaticana in collaborazione con la De Agostini. Il volume è stato presentato stamane nella sede dei Musei Vaticani, alla presenza del cardinale Giuseppe Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, insieme ad illustri ospiti. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Un libro rivolto al grande pubblico, per accostarsi alla scienza astronomica, che rende testimonianza del rapporto positivo e aperto della Chiesa riguardo questo tema, ha spiegato il cardinale Lajolo, sottolineando come la Specola Vaticana, tra le più antiche istituzioni astronomiche del mondo, non viva del passato ma sia pienamente inserita nel presente. Ma che cosa racconta questo libro? Padre José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana:

 
"Questo libro racconta la storia della Specola Vaticana, come mai la Chiesa ha questo Osservatorio astronomico, e le attività di ricerca che svolgiamo nel presente. Penso che possa essere d’interesse per il lettore, perché offre un punto di vista privilegiato di uomini di scienza e di fede".
 
Dio e la percezione dell’universo: dove arriva la ragione e dove inizia il mistero? Prof. Ugo Amaldi, membro dell’Accademia nazionale delle Scienze, docente di Fisica medica nell’Università di Milano Bicocca:
 
R. – Come tutti gli uomini, gli scienziati subiscono questo senso del mistero dell’universo. Ci sono scienziati che credono e che mettono l’origine di questo mistero nel Creatore, altri che non credono ma comunque guardano a questa struttura che sottende l’universo, che noi osserviamo come qualcosa di fantastico, misterioso che interroga. Per tutti gli uomini, il mistero incomincia dall’osservazione dell’universo.

 
D. – Ricerca di Dio e ricerca scientifica possono convivere?

 
R. – Senz’altro sì. E’ dimostrato dal fatto che esistono grandi scienziati credenti, non solo al tempo di Galileo e di Newton, ma anche oggi. Letto con gli occhi di oggi il messaggio "esiste un Creatore che sostiene nell’essere l’universo" è sempre valido.

 
D. – L’infinitamente grande può aprire orizzonti di fede nell’ateo?

 
R. – Può, ma spesso non lo fa, come è anche dimostrato dal fatto che probabilmente il 70 per cento degli scienziati che studiano l’universo o il microcosmo, che è altrettanto affascinante, non credono o perlomeno non credono in un Dio delle religioni rivelate. Però, certamente, non c’è nessuna incompatibilità. Io penso che negli ultimi decenni questo 'fatto' sia diventato più presente anche a coloro che non credono. In realtà si tratta di due discorsi diversi che, se si vuole, possono illuminarsi a vicenda.







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